domenica 30 settembre 2007

missione fuori tutti

Venerdì sera il lavoro mi ha trattenuto oltre il tempo stabilito. Le mie 8 ore di sudore erano abbondantemente passate quando m'è venuto in mente di chiedere un passaggio a lui per il rientro a casa. La sua voce al telefono suona eccitatissima.

Lui: "Si, ti vengo a prendere ma mi accompagni da Saturn?"
Lei: "Che diavolo è Saturn??"
Lui: "Non lo so ma ho visto un volantino di questo coso e hanno la macchina fotografica che voglio comprare, sotto costo!!"
Lei: "(Eccolo qua, gli è presa di nuovo la smania dello shopping ossessivo...) Amò ma noi già ce l'abbiamo la macchina fotografica!"
Lui: "Ma quella è brutta e vecchia, io voglio questa, è bellissima, e non costa niente!"
Lei: "E quanto sarebbe niente?"
Lui: "399 euro!!!"
Lei: "..."
Lui: "Un affare! Comunque se non vuoi accompagnarmi ci vado da solo! La promozione è iniziata oggi quindi la dovrei trovare ancora."
Lei: "Sti cazzi. Vengo con te."

Avrei mai potuto abbandonarlo nel tragitto verso Saturn, sperduto nelle campagne di periferia perdendo un passaggio fino a casa? Appunto. Così ho preso armi, bagagli e collega, ché avremmo accompagnato anche lei a casa al ritorno.
Saturn non era proprio dietro l'angolo, no. Addirittura abbiamo dovuto prendere l'autostrada e pagare persino il pedaggio. Alla fine si trattava di un negozio come tanti altri, Unieuro per tutti, posto in un mega centro commerciale di nuova apertura. Io e la collega rimaniamo fulminate da un'insegna che campeggia sulla porta d'ingresso del colosso illuminato: H&M. H&M a Napoli!!!! Finalmente!!!!!!!!!! Silenti e complici scendiamo dalla macchina e accompagnamo lui a comprare la sua benedetta macchina fotografica. Ahimè... finita. Terminata. Nada de nada. Comprate tutte. Guardo lui, e sulla sua bocca svetta un broncio, quel broncio malefico che conosco troppo bene, della la serie adessomicomprounaltracosaffanculo. Lo abbandoniamo così, tra cellulari e proiettori, tostapani e lavatrici, per correre verso la nostra meta svedese. Appena varchiamo la soglia del negozio H&M io e la collega ci guardiamo, e l'unica parola che riusciamo a pronunciare è "Dividiamoci!"

Ma questo negozio è una delizia!! E' da Stoccolma che non ci entravo, e l'emozione mi assale. Faccio razzia di vestitini e pantaloni e accessori, riempio un cestino che sembra pesare 3 kg e mi reco ai salottini prova. "Signorina, quanti capi deve provare?" E il commesso mi appioppa un aggeggio di plastica recante il numero gigantesco 7. Orgogliosa entro nel camerino, appoggio il cestino sulla poltroncina, ma non faccio in tempo a togliermi la giacca che il cellulare suona.

Lui: "Uè vieni, devo farti vedere una cosa!!"
Lei: "Ora non posso, sono appena entrata in camerino".
Lui: "Cosa? Non ti sento! Amo ho trovato la televisione rossa per la camera da letto!! Vienila a vedere!"
Lei: "Sono in camerino! CA-ME-RI-NO! Com'è? Bella?"
Lui: "Non lo so, penso di si, che faccio?"
Lei: "Beh, se pensi sia bella e che il prezzo sia buono prendila, ora proprio non mi posso muovere!"
Lui: "Eh?? Ma dove sei che non si sente niente?"
Lei: "..."
Lui: "Vabbè la prendo, cià".

Finalmente sola! Provo uno ad uno i vestiti, bellissimi... e mi stanno anche da dio! Li compro! Anche se la mia coscienza mi urlava che non avevo posto nell'armadio. Ma avevo una tale confusione in testa che ho pensato di aver capito male. Forse la mia coscienza era contenta! Arraffo gli ultimi gingilli nei pressi della cassa (dei fantastici fermacapelli!) e pongo tutto sul banco. Caccio trepidante il Bancomat, insieme alla collega (che pure s'era data da fare eh!) quando arriva la terribile notizia: "Mi spiace, ma non abbiamo linea, il POS non funziona". Cazzo.

Lei: "Ehm... ma ci sarà uno sportello bancomat in questo centro commerciale?".
Cassiere: "NO".
Lei: "Senti cassiere, a quanto ammonta il danno? Vediamo se ce la facciamo con i contanti".

Mugugna qualcosa con la faccia rattrappita e dal display della cassa, dopo una serie interminabile di BIP BIP BIP BIP, compare una cifra astronomica. Racimoliamo spiccioli e monetine perse nel doppio fondo delle borse, e... magia delle magie... riusciamo a recuperare la somma dovuta, dicendo però addio a un vestito megagalattico alla Audrey Hepburn e una sciarpa che faceva pendant con il cappottino stile Mary Poppins blu e nero. Usciamo da H&M piene di buste, felici e sfinite dalla corsa contro il tempo. Oh, ma lui e la televisione?? Raggiungiamolo.

Lo troviamo fuori al negozio supertecnologico, incazzato nero.

Lui: "Ma cazzo ti sei portata via le sigarette?? Sono tre ore che aspetto!"
Lei: "..." + "La televisione? L'hai presa?"
Lui: "No, era finita"
Lei: "..." + "Ma cazzo è finito tutto in quest'accidenti di Saturno??"
Lui: "Saturn! Comunque c'è solo quella in esposizione".
Lei: "Vabbè ma se il negozio ha aperto oggi potremmo pure prendere quella, non credo l'abbiano sballottata più di tanto, vediamola vah..."

Orrenda. Dio mio, obrobriosa. Ringrazio il cielo mentre guardo allibita lui. "E meno male che era bella". Ed ecco che rispunta il broncio, stavolta della serie iodaquanonescoamanivuote. Non ho fatto in tempo a chiedergli che perfide intenzioni avesse che ci porta verso lo scaffale "telecomandi".

Lui: "Mi so' comprato il telecomando universale".
Lei: "Ma ce ne abbiamo quattro di telecomandi!!!".
Lui: "Ma questo li sostituisce tutti, come si dice? uno per tutti? c'è scritto oll for uan, significa questo no?"
Lei: "..."
Lei: "..."
Lei: "Andiamo vah, che è meglio. Ci è andata bene stasera, sei entrato per spendere 400 euro, poi ne hai rischiati 250, e alla fine ne hai spesi 14. Graziesignoregrazie. Ora fuori tutti".

sabato 29 settembre 2007

apri la porta chiudi la porta

Ci siamo svegliati con l'intenzione di rilassarci sotto la doccia, uno alla volta ovviamente (sono finiti i tempi della doccia a due, ormai siamo sposati, certe cose non si fanno più eh).

Lui: "Prima io"
Lei: "No, tu dopo, prima io"
Lui: "Tu ci metti tre ore ad asciugarti tutti quei capelli"
Lei: "E tu ci metti tre ore sotto la doccia, potresti riempire il Trasimeno con tutta l'acqua che consumi!"
Lui: "No, prima io e basta"
Lei: "Fanculo"

Ed è iniziata la fuga dal letto, dritti verso il bagno e verso il sospirato gabinetto. Almeno lì l'ho avuta vinta, ho fatto pipì per prima! Ah-ah.
Ho aspettato con pazienza la notizia al TG1 della sciagura che s'era abbattuta sul Trasimeno, per poi cominciare la lotta per il monopolio del lavandino. Era il momento di lavarsi i denti. Sgomita di qua, sgomita di là, alla fine ce li siamo lavati insieme, in un'orgia di Mentadent che ha sporcato l'impossibile, con lui che mi dava lievi testate per centrare lo sputacchio nel buco dello scarico. E' stato lì che ho notato il suo spazzolino. Li compro sempre per tutti e due, li rinnoviamo insieme. Questi li ho presi ad agosto. Il mio sembra nuovo, il suo sembra uno spazzolone per il gabinetto. E non perché si lava i denti più volte di me, ma perché lo usa come una zappa sull'orto. Quasi ad espiantarsi le radici dei denti. Vabbè, contento lui, non pensasse però che glielo compro prima che si consumi il mio eh.
Mentre sto per entrare sotto la doccia lui spunta dalla porta vestito di tutto punto. "Scendo, vado in edicola, forse non tornerò mai più". Deficiente.
Credo di aver chiuso l'acqua dopo soli 5 minuti, tra il vapore appannante e un rassicurante tepore. Riesco a combattere con i nodi dei miei capelli, da cui raccolgo una matassa talmente folta che sembra un gomitolo di lana. Tutta colpa dell'autunno. La porta del bagno si apre. "Guarda che ho comprato? Volver di Almodóvar, così ce lo vediamo stasera". Chiudo la porta da cui entrava aria gelida blaterando un "Già ce l'abbiamo e già l'abbiamo visto". Lui riapre la porta. "Ma che dici?? Tu bevi troppo vino, non ce l'abbiamo né tantomeno l'abbiamo visto". "Si si vabbè vai a controllare". Chiudo la porta. Nemmeno un minuto che lui la riapre tornando trionfante dalla ricerca nell'archivio dvd a parete. "Visto? Non ce l'abbiamo, tu nun staie buon' c'a cap' (il tuo cervello bacato non funziona a dovere, ndr)". "Allora l'ho già visto IO ok? Mo vuoi chiudere sta porta che mi hai fatto prendere un accidente?". E io che mi preoccupo di tenerlo al calduccio quando si doccia. Cretina.

mercoledì 26 settembre 2007

la notte di halloween è vicina

Tra un po' sarà di nuovo il mio compleanno. Festeggerò ancora con tutti i miei amici, una sessantina di pazzi scatenati. In soli 60 mq di pavimento resistente e 30 mq circa di tavolacci di legno sospesi nel vuoto. La festa in maschera l'anno scorso riuscì alla perfezione, tutti erano ubriachi fradici, si divertirono come matti e ballarono fino allo sfinimento. Per l'addobbo casa nostra diventò un'unica ragnatela. Passai tre giorni ad attaccare filamenti di non so quale materiale altamente infiammabile che simulassero delle ragnatele. Fu davvero estenuante. Per non parlare dei festoni, teste di zucca e facce di morto appese nei posti più improbabili. Del cesso con il cartello sulla porta "il bagno è fuori uso, ritenta a Natale". E della musica che non stancò nessuno, ma che era alta al punto da romperti i timpani. Bella, bella festa. Ora tutti iniziano a chiedermi di rifarla, per cui non potendo deluderli, dovrò rispolverare i cappelli da strega e le maschere con la faccia di teschio, e tutte le nuove idee che mi verranno in mente per rendere l'evento meno disastroso del solito. La cosa che ricordo con maggiore intensità del cataclisma che si abbattè su Casa Lui&Lei lo scorso anno è la cera. Candele sparse dappertutto, lumini rossi da lapide a riscaldare ogni angolo. Cera a terra. Cera sui mobili. Cera nei panini. Cera nella torta. Cera sulle fotografie appese al muro. Cera nel gabinetto (di sicuro una ritorsione). C'era ovunque cera. Un delirio di cera. Che tutt'oggi campeggia ancora in qualche zona nascosta delle scale, e delle cornici. Il muro dietro al mobile che ospitava gli alcolici venne preventivamente protetto con della carta da imballaggio. Un foglio enorme con pipistrelli (eh si, pure gli origami mi misi a fare) e minacce di morte a chi mi avrebbe sporcato il muro. Peccato che non pensai a tappezzare tutte le pareti, ché i 60 squinternati risparmiarono solo quella. Ma quest'anno non mi fregheranno. Niente bevande prima di tutto, né tantomeno alcolici. Niente cibo, niente sigarette a bruciare divani. Solo la torta (rigorosamente secca) servita con discrezione sul balcone in una notte fredda di novembre. Suvvia... la musica gliela concedo. Ma non si ballerà più sul soppalco. Via spogliarelli e scene di cattivo gusto. Via le candele, avanti Lysoform e guanti accanto al gabinetto, e trasloco mobili (cucina compresa!) in una diversa destinazione (casa di mamma potrebbe andare) prima dell'evento. Solo così sarò sicura che nessuno distruggerà la nostra dimora. Ma ora che ci penso... sai che merdaccia di festa, senza nessun ricordino da guardare pensando ai miei tot anni... indi per cui distruzione sia! Però l'indomani tutti ad aiutarmi a rimettere in sesto ciò che è stato dissestato eh.

smemorandum

Mi sto rincoglionendo. Questo post fa parte della serie dei malanni, perché la mia mancanza di memoria sta prendendo la piega di una malattia. Cioé... ma come si fa a uscire di casa la mattina dimenticando la borsa??? Si può?? Sono arrivata al treno, quando guardando verso il basso ho visto l'orrore. Così sono corsa a casa come un razzo, maledicendomi per aver scelto proprio oggi delle cazzo di scarpine col tacco. Inizio a bussare e a bussare al citofono, finché una voce dall'oltretomba, flebile ma minacciosa, chiede "chi è?" conoscendo benissimo la risposta. Volo di sopra, lui mi apre la porta e mi guarda con gli occhi iniettati di sangue e compassione e pena e pietà e rabbia. Stava dormendo. Eh si bello mio, ma io avevo dimenticato la borsa, il che è più tragico del tuo tragico risveglio. E ora che sono qui, davanti a un monitor mi sovviene un'altro dettaglio della mia mattinata smemorata: non ho messo il profumo. Mi sto rincoglionendo. Sul serio.

martedì 25 settembre 2007

riccio è bello

"Cosa fa in tv stasera?" "Niente, l'unica cosa da vedere sarebbe la serata finale di Miss Italia".
I torcimenti di stomaco sono arrivati già dal primo minuto di trasmissione. Io e lui stravaccati sul divano aspettavamo di vedere questo fantomatico e discusso lato B delle piccole miss, che in pratica non è mai arrivato. A sostituire i nostri umoristici commenti riguardanti the B side delle ragazze ci sono stati esclusivamente pessimi commenti sul presentatore più insallanuto d'Italia: Mike Bongiorno. Ma come fa a stare ancora in tv? Carlo Conti non era molto meglio? Giovanile, simpatico, trascinante? Mike pure ti trascina... ma nel baratro. Fossi stata in Loretta Goggi l'avrei lapidato e riempito d'insulti, invece lei non ha fatto altro che prendersi colpe che sue non erano, giustificarlo, difenderlo. Non si può, davvero non si può sopportarlo. Così tra veglia e sonno siamo arrivati alla fine dello sperpetuo di Miss Italia 2007. Sconcertati enormemente dalla vittoria di una tipa che sembra uscita da un catalogo di Barbie del '70. Ha proprio la faccia della più comune delle bambole in circolazione. Avremmo preferito vincesse la riccia, ché a memoria d'uomo nessuna ha mai vinto il titolo più ambito di quest'Italia allo scatafascio. Pazienza, l'anno prossimo mi candido io, vediamo se sotto minaccia di lui non mi fanno vincere. Viva i ricci. Evviva.

lunedì 24 settembre 2007

sono distrutta

Abbiamo passato un week-end di fuoco, due Messe in due giorni, due preti in poco più di 12 ore, due omelie, due lanci di riso misto a monetine miste a confetti misti a coriandoli misti a palloncini, una cena all'aperto in cui c'era da congelarsi con i 14° della collina e un pranzo in cui c'era da distrarsi ampiamente con quel ben di dio di capoeristi e ballerine brasiliane in costume caratteristico, ossia culo da fuori, tette con una stellina sopra, e piume variopinte in testa, che si aggiravano agitandosi tra i tavoli e che mentre cercavi di ingoiare un pacchero al ragù di coccio lo trasformavano con un movimento sensuale e un movimento muy sexy in un pugno nello stomaco. I chilometri che abbiamo macinato sono stati tanti, unico premio per la pazienza dimostrata è stata una giornata al mare per me e una giornata in barca a pesca per lui. I trofei li abbiamo ritirati ieri, io mi sono abbrustolita per bene con quella robaccia nera puzzolente superabbronzante, lui invece se n'è tornato con il colorito di un cadavere dipinto in faccia e la schiena viola. Evidentemente dando le spalle al sole i pesci abboccavano meglio.
Siamo rientrati ieri sera, stanchi da tre giorni di matrimoni e bagni e pesci e follie. Rimettiamoci subito in carreggiata... la festa è finita.

venerdì 21 settembre 2007

oh sacripante!

Sembra incredibile, ma la gente continua a sposarsi. Vedo spose dappertutto, ad ogni angolo della strada. Quella che si fa la foto davanti alla vetrina di Ferragamo, quella che peferisce l'aiuola calpestata, quella che si rotola sulla spiaggia inquinata, 30 metri in un chilometrico lungomare. L'amica, la collega, la conoscente, la parente.
Ho assistito a cinque matrimoni quest'anno. O meglio, a tre. Il quarto avrà luogo stasera. Il quinto... domani mattina. Un tour de force per il nostro stomaco, per il nostro fisico, per il nostro portafoglio. Da oggi in poi cercherò di persuadere chiunque mi confiderà di volersi sposare. Metterò questi pazzi furiosi di fronte alla cruda realtà del matrimonio, facendogli cambiare idea in pochi minuti. Calzini bucati da ricucire, piatti da lavare, cibo scaduto da buttare, frigo da pulire, luce, gas, telefono, immondizia, ici, mutuo, incubi notturni. Non potranno far altro che rivedere la loro posizione e ringraziarmi per avergli aperto gli occhi. La gente mi chiamerà la ragazza che te-rapisce le coppie. Terapista distruttiva. Ottima idea. La missione ha inizio.

mercoledì 19 settembre 2007

il sangue si è sciolto

San Gennaro ci fa dormire per un altro anno sonni tranquilli. Grazie a Gennarì oggi sono rimasta a casa, a fare bricolage con lui. Addirittura ho imparato a spellare i fili della corrente, sono diventata più brava del maestro. Tra poco sarò in grado di fare un impianto elettrico ad hoc. Che donna.

martedì 18 settembre 2007

cena lio

Avrebbe dovuto farmi trovare la tavola imbandita e la cena pronta, invece al rientro a casa lui stava semplicemente guardando la tv. Ma appena mi ha visto è corso a mettersi le scarpe per correre al supermercato, e per tornare poi con una busta di pennette ai funghi porcini lio (fa più chic nomignolare un termine tecnico, no?), nodini di mozzarella di bufala e prosciutto cotto. Più una serie infinita di schifezze. Patatine ai vari gusti, birra, e altri generi di quattordicesima necessità, altamente calorici. Nonostante il pasto povero di contenuto e preparato con la freddezza di un ghiacciaio dalla sottoscritta (bella la sua scusa di dover fare dei buchi col trapano in un mobile), la serata è stata rilassante. L'abbiamo trascorsa nel saloncino rinnovato, con uno spirito totalmente diverso dal solito, consapevoli dell'inverno che sta per arrivare, e del calduccio soffice che il nuovo soppalco ci regalerà.
Stasera invece lui se la scampa bella: andiamo a cena da amici. Meno male vah... niente piatti da lavare per una volta.

lunedì 17 settembre 2007

si

E invece, sbalordendo anche le pareti di casa, all'Ikea ci siamo andati! E finalmente abbiamo sistemato il nostro piccolo minuscolo "soggiorno" sul soppalco. Fino a tarda ora, ieri sera tra viti e bulloni e trapano e lampadine, con l'aiuto di papinomiodolcissimo, abbiamo completato l'opera. Addirittura, senza morti e feriti, lui e papà hanno attaccato ben 6 lampade a soffitto. Altro che luminarie di Piedigrotta. Ovviamente il mio contributo è stato prezioso. L'idea fashion l'ho avuta io, all'Ikea ce l'ho trascinato io, ho pagato tutto io. Diciamo che lui ci ha messo solo la manovalanza. Poca roba.
Stamattina mentre lui cercava di dormire russando, prima di uscire di casa, sono andata a sbirciare col nasino all'insù. E meditavo... questo cambiamento è stato molto importante per la sopravvivenza della nostra famiglia: la televisione non potrà più di cadere a terra autodistruggendosi, -2 lampadine appese al muro con fili volanti e relativo rischio di restarci secco, ordine e pulizia molto più facili da governare. Senza parlare della mmeravigliosa bbellezza e lleggiadria che la stanza ha acquistato, con un dio di sconto grazie alla ffantastica Family card. L'unico rischio che noi donne corriamo utilizzando quest'aggeggio è l'abbandono del tetto coniugale + abbandono di moglie nel parcheggio Ikea. Stavolta l'ho scampata bella.

sabato 15 settembre 2007

Non partirà. E nemmeno mi porterà all'Ikea oggi, per cui gli terrò il muso tutto il giorno. Ecco. Tzé.

venerdì 14 settembre 2007

partirà o non partirà?

Questo è il dilemma. Lui ha una settimana di ferie obbligate (le dessero a me...), ed è indeciso se partire o meno per qualche giorno di pesca. Full immersion. Tutto il giorno in barca. Piuttosto che rimanere in città a rompersi le palle aspettando che la moglie torni a casa la sera per preparargli la cena. Non ci sarebbe molto da pensare, dovrebbe andare senza troppi problemi. E invece un tarlo gli bucherella la testolina, facendolo rimanere eternamente indeciso. È un mese ormai che non sa cosa fare. Il bello è che da domani potrei restare sola come un turzo. Che tortura.

giovedì 13 settembre 2007

eternal sunshine of the spotless mind

Non ho voglia di dimenticare. Nulla. Non quando per la prima volta ti vidi, mentre ballavi sulle note di una chitarra e di un coro strampalato su quella vecchia scrivania. Non quando seduta sul gabinetto osservai il tuoi occhi stupiti mentre ti sventolavo il quotidiano con l'annuncio di lavoro della tua vita sotto al naso. Non quando perdesti il portafoglio tra gli scogli e nell'acqua, sotto una luna che illuminava il castello. Non quando mi scrivesti la prima lettera, solo a penna. Né quando cominciasti ad incollarci ritagli di giornale e bigliettini dei Baci Perugina. Non quando piangesti sui gradini di quell'autobus, dicendomi che ero io che volevi. Non quando ti mascherasti da Dylan Dog quel carnevale, che quel cappello ti rendeva più bello di quanto già non lo fossi. Non quando ti vidi con la prima sigaretta in bocca. Non quando ti cercavo al parco nei giorni di fuga da scuola. Non quando la Uno bianca tappezzata di adesivi segnava sempre riserva. Non quando portasti a casa un aggeggio a scoppio con le ruote. Non quando me ne portasti un altro. Non quando ti perdesti all'Ikea in cerca delle tue adorate fritturine. Non quando entrasti a letto ubriaco di limoncello dopo una nottata di amici e carte. Non quando apristi il tuo regalo per trovarci un posto in prima fila a Imola. Non quando rischiasti di svenire mentre l'ecodoppler mandava il suono del mio battito del cuore. Non quando ti rividi in quella rumorosa discoteca. Non quando infilasti il piede in una pozzanghera - fosso - pantalone compreso. Non quando mi cantasti asere je ja de je de je de je de eeeeeeeh buididipi quella mattina in macchina mentre mi accompagnasti in ufficio. Non quando impugnasti il deodorante, cappellino in testa, e lo usasti come microfono. Non quando mi sussurrasti eh, vuoi da bere? vieni qui, tu per me - te lo dico sottovoce - amo te... Né quando scappasti dalla stanza d'albergo - letto accanto al professore - per dormire nella mia - pelle a pelle per la prima volta. Non quando il professore se ne accorse e per poco non buttò giù la porta. Non quando partimmo per città sconosciute dopo aver ripulito i Burger King. Non quando ci perdemmo in un quartiere a luci rosse tra ponti mozzafiato e puttane d'ogni colore. Non quando mi prestasti il tuo diario per scriverci cazzate di ragazzini, che tu non lo sapevi ma io già ti amavo. Non ho voglia di dimenticare quel giorno, quando sotto le coperte di un sabato mattina mi chiedesti di sposarti. Non quando sull'altare ti brillarono gli occhi mentre tirasti su il velo. Non ora, che ti sei addormentato tra i cuscini del divano... Non lo spettacolo che sei... Nulla di noi... Sogni d'oro scè...

che splendore...

Mi sento molto più rilassata di quando sono rientrata dalle vacanze. Questi due giorni sono stati un toccasana, anche se in realtà non è che mi sentissi benissimo. Mi sono riposata, ho svuotato completamente la mente, e addirittura sono riuscita a pulire tutta la casa. Ieri sera, quando lui è tornato dal lavoro, ha aperto la porta trovandosi di fronte candele accese a illuminare l'ingresso e un profumo di pulito misto a polpettone al forno con contorno di peperoncini verdi fritti. Mi ha guardata stupefatto, e ha cominciato ad andare in giro per le stanze a vedere se fosse tutto vero. "Oh ma ti fa bene stare a casa con la febbre! Anche domani non vai in ufficio, vero??". Peccato che stamattina sia dovuta andare via lasciando il letto sfatto. La cosa mi ha disturbato non poco... ma mi rifarò. Uonder-uoman tornerà per la vendetta.

mercoledì 12 settembre 2007

agli ordini doctor

Ce l'ho messa tutta stamattina, mi sono alzata prima del solito per passare dal medico a ritirare il certificato per il giorno di assenza e per poi andare al lavoro. Ah-ah. Sono a casa. La dottoressa m'ha visitato, dopodiché avrebbe voluto darmi altri 4 giorni di convalescenza. Quattro giorni??? Certo, così mi licenziano immediatamente. No, dottoressa cara, al massimo se proprio pensa che io abbia bisogno di altro riposo mi segni un solo giorno in più. Detto, fatto. Rientro domani al lavoro, sto mettendo una parte di energia in cantina, da rispolverare in ufficio. Il resto la sto usando per rimettere in sesto questa sottospecie di dimora, che mancava poco sembrasse una bettola vera e propria. Non riesco a stare con le mani in mano un altro giorno, così ho chiacchierato un po' col Mocio Vileda in cucina, ho bevuto un fresco Chinotto con lo Swiffer, che non vedevo da tempo (devo dire che l'ho trovato in splendida forma), ho fatto un trattamento di bellezza alle mie due Lolita, e ora mi tocca avere a che fare con l'armadio. Sta talmente incazzato che dovrò farmi perdonare con qualche bel gesto. Probabilmente si calmerà se gli restituisco qualche gruccia, magari con un pantalone appeso. Sapesse quante gliene devo ridare... E poi, dulcis in fundo, toccherà ai bagni. Li farò brillare, così potranno ospitare la danza serale della lavatrice. Solo se trovo un paio di minuti liberi, mangerò. Eh si che ho fame.

martedì 11 settembre 2007

36.5

Mi sento molto meglio! Vabè che sto sudando come una bottiglia d'acqua gelata al sole e avrei voglia di farmi una doccia ma... sto molto meglio! Ho avuto tanta compagnia, tra commenti e il telefono che squillava. Anche il postino ha pensato di fare un salto a casa mia! Grazie a pOpale poi non c'è stato un attimo di silenzio, nemmeno mentre sonnecchiavo. A bassa voce giravano le sue play list, in cui ho scovato pezzi splendidi di gruppi più che sconosciuti. Peccato che non ho potuto guardare la tv come MasterMax mi aveva consigliato, ma almeno YouTube l'ha sostituita alla grande! Le arance della Simo erano succose e dolcissime che quasi quasi ne vorrei ancora... dovrò accontentarmi di uno spuntino a base di Canestrelli e Pepsi. Dopo di che, prima che arrivi lui, mi darò un'occhiata allo specchio. Ho una criniera peggio di un leone incazzato!

38

Ecco... ora se non vedessi quel marasma sulla cassettiera, il pigiama appallottolato sul letto, i calzini nascosti sotto lo sgabello, mi sentirei alquanto sola. Grazie a questo casino invece mi ricordo di ieri sera, quando lui si è messo a letto per riempirmi di coccole, lasciando ogni cosa dove capitava. Stamattina se n'è andato da casa intrattenendomi con un piccolo spettacolino e un fantastico défilé. E il pensiero di non vederlo fino a sera, restando nel letto ad annodare i capelli sul cuscino, mi riempie di tristezza. Che noia... se non altro mi ha lasciato il suo portatile, unico mezzo in grado di tenermi a contatto con il mondo. Torna presto scé...

lunedì 10 settembre 2007

Povera piccola

Sta tanto male, ha la febbre, povera piccola ed io...
non posso fare niente... è qui nel letto accanto a me che si lamenta.
Fuori la bufera, tuoni e lampi.
Vorrei farla guarire, è cosi piccola ed indifesa, la mia piccola stella.
guarisci presto... ho bisogno di Te

in ufficio

Ce l'ho fatta, anche se sembro un cadavere ambulante sono viva e al lavoro. Non so se e quanto produrrò oggi, cena compresa. Opterò di sicuro per un passato di verdure pronto Knorr, devo solo trovare la forza di comprare i crostini. Ma non dispero... ho tempo in abbondanza.

domenica 9 settembre 2007

freddocaldofreddocaldo

Sto in coma. Manca poco alla febbre. Tosse, un dolore in petto tremendo, raffreddore, mal di testa, mal di gola. Giusto per rompere i maroni. Ieri sera - sotto quel cielo illuminato da mille luci colorate - avrò pure preso un po' di freschino in riva al mare, ma chi pensava che sarebbe finita in questo modo? Non so se domani avrò la forza di andare al lavoro, tantomeno mi va di rimanere a casa con le mani in mano sapendo quello che ci sarebbe da fare per rimetterla in sesto.
In ogni caso mi sembra giusto informare il gentile pubblico che ieri lui all'Ikea non mi ci ha più portato. Spero almeno che mi indennizzi con una preghierina notturna, affinché domani mi senta meglio, eccheccavolo.

sabato 8 settembre 2007

un'agenda fitta di impegni

Ore 16: partenza per l'Ikea.
Ho bisogno di prendere un paio di cosine, non perderemo tanto tempo, promesso!

Ore 19: visitina alla Feltrinelli + acquisto Camper per lui.
Dopo che ha visto le mie scarpe nuove ovviamente ha iniziato a piagnucolare che le voleva anche lui. Inoltre ho terminato il libro che stavo leggendo, per cui vorrei un bel volumetto nuovo di zecca.

Ore 21: cena insieme ad amici, probabilmente sul lungomare.
Dieta, addio. Soprattutto oggi che ho cucinato le melanzane fritte in pastella.

Ore 24: fuochi d'artificio per la festa di Piedigrotta.
Si parla di 5 punti di sparo, di un'ora di durata, a ritmo di musica. Chissà se ne sarà valsa la pena.

Devo sbrigarmi a stendere i panni appena lavati, vestirmi, darmi un'occhiata allo specchio per ammirare il grandioso lavoro che ha fatto stamattina la parrucchiera, per poi uscire. Non so perché, ma avverto la stanchezza di una giornata piena di impegni già da ora.

il mio salvadanaio è ancora integro

Mi è andata bene. Ho perso 10 centesimi. A dirla tutta ne ho persi 65, ma visto che lui ne ha vinti 55 ho dovuto cacciarne solo 10. Che bella invenzione la comunione dei beni.

venerdì 7 settembre 2007

scala reale massima

Riprende la nuova stagione dei pokeristiperhobby. Stasera casa nostra ridiventa il palcoscenico su cui si esibiranno i giocatori più sfigati dell'ultimo millennio. Me compresa. Considerando che non gioco da tanto mi sa che non otterrò granché, ma confido nell'abbronzatissima dea fortuna che quest'estate si sarà fatta una bella vacanza. Spero sia rientrata al lavoro rigenerata, e che abbia avuto il tempo di sbrigare tutte le mie pratiche. Detto questo, passo e chiudo.

una fruttuosissima giornata

Che dire, nuovo anno lavorativo, nuova veste grafica alla nostra casetta virtuale, nuove scarpe acquistate ieri (dio... il mio primo paio di Camper, in saldi oltretutto, un'emozione unica!), nuovi gemelli d'acciaio che ho regalato a lui, e per chiudere in bellezza pizza fumante rintanati in casa mentre un temporale dalla potenza storica imperversava fuori, e Armageddon per l'ennesima volta, ché a lui piace tanto la Liv. Lo so, lo so... sto esagerando. Dovrò dare un freno alle mie spese, altrimenti il mutuo a fine mese non riuscirò a pagarlo. Ma è così rigenerante camminare su delle scarpe comode come queste... e lui aveva proprio bisogno dei gemelli... e ieri sera non mi andava per niente di cucinare... insomma, per ora è andata così. Poteva andar peggio. No?

giovedì 6 settembre 2007

l'impresa impossibile

Squilla il mio cellulare, Bono canta One e sul display lampeggia il nomignolo di lui.

"Ciao amo tutto a posto?"
"Uè scè allora è tutto organizzato."
"Cosa scusa?"
"Ho sentito X, possiamo andare a dormire da lui."
"Di cosa cazzo stai parlando??"
"Praticamente partiamo il venerdì sera, arriviamo a Genova a mezzanotte, la mattina dopo partiamo per la Costa Azzurra, vediamo Montecarlo e..."
"Ma sei impazzito? Ma quando??"
"Si, vediamo Montecarlo, dormiamo di nuovo a Genova e poi torniamo a casa."
"Hai bevuto?"
"In verità ancora devo pranzare."
"Azz, stamm' a ppost'! Vabbè poi ne parliamo a quattr'occhi."

Una follia. Tempo fa chiacchierando [vaneggiando] con T&T, lui se ne uscì con un'assurdità: partire il venerdì sera da Napoli e andare a Parigi per un Croissant. Con rientro la domenica. Praticamente 40 ore di viaggio e 1 ora di soggiorno solo per ingozzarsi con un cornetto sotto la Tour Eiffel. Un pazzo sfrenato. Io non lo so la sua mente come fa a partorire certi film. Vista la nostra reazione quasi aggressiva spostò la meta su Montecarlo. Ed eccolo che a distanza di 20 giorni ha partorito il programma effettivo della pazzia dell'anno. La cosa bella è che se io e T&T non l'accontentiamo, romperà l'anima fino al 2010. Dopodiché ricomincerà con la tiritera del viaggio in auto a Capo Nord.

all'alba... vincerò...

mercoledì 5 settembre 2007

cambio di programma

Dicevamo? Ah si, non mi andava di cucinare. Ma mentre m'incamminavo per raggiungere l'ennesimo treno della mia vita si sono materializzate davanti ai miei occhi delle melanzane ripiene. D'improvviso mi era tutto chiaro come il sole. L'acquolina in bocca cresceva con l'aumentare dei metri bruciati, il mio fruttivendolo mi è apparso sotto forma di allucinazione col suo sorriso, ed è stato allora che ho preso la mia decisione: avrei cucinato le melanzane ripiene.
Scesa dal treno sono corsa da lui, trovandomi di fronte una tristissima saracinesca abbassata. L'alternativa era il fruttivendolo concorrente, orrido perfido e sempre pieno di complimenti volgari, e il reparto ortofrutta in quella specie di supermercato sotto casa. Opto per la seconda ipotesi, senza pensarci troppo. Dunque... il Nesquik per lui che altrimenti non mi fa colazione - povera creatura - mezzo chilo di melanzane, una manciata di pomodorini, due cipolle bianche. Si, il resto è tutto a casa. Mi avvicino all'operatore chiedendogli delle melanzane ciotte ciotte, e le vedo lì rinsecchite. Il tizio ne prende un paio porgendole sulla bilancia, ma poco prima che tocchino il piatto le tasto. Sono mollicce e di un colorito spento. Così lo guardo e dico "Vorrei quelle", indicando una cesta che sarà stata quasi a tre metri da terra, ma da cui spuntavano delle splendide toste e succulente melanzane. Mi guarda allibito e offeso, e si arrampica con la grazia di un elefante sulle ceste per poi ritrovarsi quella in cima direttamente sulla sua testa. Premo una mano sulla bocca nascondendo una risata, osservandolo mentre raccoglie tutti gli ortaggi per rimetterli al loro posto. Nervoso, mi pesa le mie melanzane nuove, dicendo che quelle che mi aveva dato pocanzi erano molto più buone di quelle scelte da me. "Beh non importa, io voglio queste. E mi dà anche un grappolo di pomodorini?" Immaginavo che avrebbe messo le mani su quelli un po' macchiati e rugosi, così gli indico la cesta in alto che contiene quelli freschi freschi che aspettavano solo me.
"Signorina, non è che vuole quelli confezionati? Li ho appena pesati di persona."
"No, voglio quelli lassù."
Con gli occhi iniettati di sangue mi accontenta, stavolta senza mietere vittime. E credo seriamente che le cipolle me le avrebbe spruzzate in un occhio se non ci fossero state telecamere. Ma che importa.
Pago la mia spesa ed esco dal supermercato, e chi mi trovo davanti? Le ragazze del mio parrucchiere. Le saluto cordialmente informandole del fatto che probabilmente sabato prossimo avrei fatto un salto in salone. "Si vede, eheheh." Ah-ah. I miei capelli con il sole hanno preso un color carota + un grigiobianco dei miei prematuri capelli bianchi + una ricrescita color merda di quasi 10 cm. Hanno ragione a ridere. L'importante è che da sabato sarò come nuova, e che stasera (ho appena spento il forno) lui mi dica "Ce ne sono ancora? mamma mì come so' buone!" riempiendomi il cuore...
Vada a farsi fottere la dieta. Ci penserò dopo Natale.

la cucina immacolata

Non mi va. Sono stanca. Non ho voglia di cucinare. Sono due giorni che torno a casa e mi stravacco in poltrona a leggere, aspettando che lui rientri dal lavoro pronta per dirgli che non ho preparato niente per cena. Lunedì ci hanno salvati i Quattro salti in padella Findus (tali gnocchetti alla sorrentina, commestibili), ieri sera la pizza a domicilio. Stasera a chi ricorrerò? Al pollo arrosto? O al pesto pronto per poi lasciare la pentola della pasta nel lavandino altri tre giorni? Dio che stress, il solo pensiero di quello che c'è da fare a casa mi strema. Quindi ho deciso, non ci penserò. Tanto prima o poi qualche scienziato che non saprà come impiegare il tempo per qualcosa di intelligente inventerà la bacchettona magica, e allora sarà come vivere in paradiso. Non ci penso. Non ci penso. Non ci penso.

martedì 4 settembre 2007

perché mi domando perché?

I miei "perché?" erano semplici e pure domande, non lamentele. Un modo per fare umorismo, e rendervi partecipi di ciò che succede a casa nostra. Dopotutto ho scelto io di sposarlo, ero cosciente di ciò a cui sarei andata incontro, e senza paura e senza remore ho continuato ciò che avevo iniziato: una storia meravigliosa, che sa di birbanti bimbi dispettosi, che si cercano e si amano, che giocano insieme e scartano l'aglietto dal piatto di un semplice pranzo. Sono innamorata dei suoi calzini per terra, e dei bicchieri che lascia in giro. Alzarmi al mattino e trovare il lavandino pulito mi costerebbe lacrime, vorrebbe dire che lui non è con me. E' unico, strabiliante, tenero e rompipalle, le labbra su cui c'è sempre dipinto un sorriso, da lasciare senza parole. Giorni fa ho visto uno stupido film, ma tra le righe uno degli attori, nelle vesti di un prete, ha detto una cosa che mi ha sinceramente commossa, mentre lui attorcigliava le sue mani alle mie. Più o meno diceva così... quando invecchierai insieme alla tua compagna, e la vedrai ancora come lei si sentirà dentro, saprai cosa significa amare. E se solo allora sarà l'apice, ciò che sento adesso sono sicura sia già il culmine.

lunedì 3 settembre 2007

perché?

  1. Perché quando lui prende un bicchiere per bere dopo averlo usato non lo butta nel cestino/ripone nel lavello, lasciandolo dove capita?
  2. Perché quando si accorge di avere i calzini sporchi invece di metterli nella cesta li lascia a terra facendone accumulare montagne?
  3. Perché quando gli chiedo di buttare la spazzatura mi risponde "vado dopo...", per poi non andarci più?
  4. Perché quando si lava i denti lascia chiazze di dentifricio nel lavandino pur sapendo che mi tocca i nervi?
  5. Perché quando si sveste butta tutto dove capita, costruendo piramidi di vestiti sul genere tienimichetitengo?
  6. Perché quando si siede sul gabinetto non controlla mai che ci sia carta igienica, rimanendovi puntualmente seduto come un citrullo in attesa che la sottoscritta dispettosa non gliene porti un rotolo?
  7. Perché russa????
  8. Perché quando fa la brace puntualmente non la pulisce mai?
  9. Perché usa la mia spugna sotto la doccia se gliene ho comprate 2?????

Oggi vado giù di quesiti. Non riesco a darmi delle risposte. E mi chiedo il perché.

domenica 2 settembre 2007

the day after

Lui si è reso conto di aver commesso un gravissimo errore quando arrivati all'outlet ha iniziato a impartire ordini e a ricevere le nostre lamentele.
"Non più di mezz'ora a negozio, nessuno aspetta nessuno, se ci si perde ci si trova alla macchina, avete 3 ore di tempo"
.
"Scusa? Mezz'ora? E se trovo un capo che mi piace? E se c'è fila alla cassa? E se ci perdiamo non ci possiamo chiamare sul cellulare invece di andare all'auto e restare lì per ore imbalsamati dal caldo? E poi l'outlet chiude alle 21, non alle 19, quindi abbiamo molto più tempo"
.
Ed ecco arrivare la sua coscienza... "Ma chi cazzo me l'ha fatto fare...".
E' stata un'esperienza unica, tra camerini e scaffali, toilette e bancomat, jeans e mutande. Non ci siamo mai persi di vista, tranne quando lui e l'amico sono entrati da Adidas e noi in un negozio dietro l'angolo. Non sono usciti più. Finito il nostro saccheggio siamo entrate per cercarli, e di loro neanche l'ombra. Chiamo lui sul telefono, che mi risponde con uno strano modo di spiccicare le parole. Aveva qualcosa in bocca. Quei due stronzi, invece di invitarci a banchettare con loro ci hanno teso un tranello. Hanno aspettato che ci allontanassimo per mangiare pizza e bere birra. Ce la pagheranno.
Quando ci hanno buttato fuori dall'outlet, vista la tarda ora, ci siamo rimessi in macchina. In autostrada, diretti verso la capitale, abbiamo contato i danni. Devo ammettere che io ne ho fatti tanti, soprattutto da Intimissimi, dove mi sono rifatta tutto l'intimo. Potevo mai resistere di fronte a reggiseni che un anno fa costavano 25 euro e che invece ora mi dondolavano davanti agli occhi con il cartellino che recava la cifra 3 euro? Appunto. E i calzini? Splendidi e coloratissimi a 1 euro? Ecco. Il problema è che ora dovrò comprare un'altra cassettiera, e di spazio in camera da letto non ce n'è. Ma magari buttiamo giù una parete ed allarghiamo la stanza, potrebbe essere una soluzione.
Giunti a Roma, abbiamo avuto il culo di trovare parcheggio gratuito sul Lungotevere. Ci siamo affidati alle istruzioni di Tom (Tom) per raggiungere a piedi un ristorante che ci era stato consigliato da amici. Abbiamo cenato alla romanaccia maniera, lui con un piatto di 200 gr. di pasta alla carbonara in cui ci saranno state minimo 3 uova (per la serie "fanculo dieta"). E raggiunto Campo dei Fiori, San Pietro, e il Colosseo, che abbiamo deciso di ammirare in silenzio per una mezz'oretta appollaiati su un muretto con le gambe a penzoloni. Siamo tornati a casa che quasi albeggiava, erano le 5.30. Con una stanchezza immensa, tanto grande quanto la gioia di aver trascorso una splendida giornata.
Credo che lui non entrerà più in un negozio finché morte non ci separi.

sabato 1 settembre 2007

w la birra del venerdì sera

Ieri sera le nostre strade si sono divise: lui al lavoro fino a tardi per poi andare a cenare con colleghi, ed io con alcune amiche a mangiare una pizza e a leggere tarocchi con Rhum&Coca e vino rosso. Visto che la dieta nel fine settimana non è fattibile, stamattina mi ha proposto di passare la giornata con due nostri amici - quelli con cui abbiamo trascorso una splendida settimana estiva - all'Outlet di Valmontone, seguita da una cena a Roma. Insomma, un vero sbattimento. Ma quante altre volte nella vita mi capiterà un marito ancora stonato alle 11 del mattino, che mi giura si farà trascinare ore e ore tra negozietti di ogni genere? Prendo al volo l'occasione e impugno la mia busta paga fresca fresca di consegna. Quando si renderà conto di aver fatto un grande errore sarà troppo tardi ihhihihi :-D