mercoledì 30 gennaio 2008

un coso buono e duro

Raramente lui resta a casa in malattia, raramente significa al massimo due giorni l'anno. Per il 2008 dunque siamo a posto, visto che i due giorni li ha spesi lunedì e martedì. Ed è stato ieri che è avvenuto il miracolo.
Quando l'ho salutato prima di immergermi nel fresco sole mattutino, lui era lì sonnecchioso sotto il piumone, con le labbra a bacio pronte per avere un dolce stampo dalle mie.

Lei: "Ciao amori... a stasera!"
Lui: "Buon lavoro..."
Lei: "Ehm... ma perché non mi fai trovare una bella cenetta pronta?"
Lui: "Vabbè..."
Lei: "Si ma non pronta nel senso formaggio e affettati..."
Lui: "E cosa dovrei fare??"
Lei: "Beh prova a cucinare!"
Lui: "Ma non ne sono capace!"
Lei: "Guarda che se segui passo passo una ricetta ci riesci eccome!"
Lui: "Boh, non lo so, vedrò, mah, forse."

La giornata si è rivelata estenuante, il lavoro ha martellato fino a tardi la mia testolina stanca, tanto tardi da farmi perdere il treno. E come se non bastasse ci si è messo pure l'ascensore. L'ascensore della morte, come lo chiama la domestica della casa accanto all'ufficio. Stronza. Che aveva quasi ragione. Ci son rimasta dentro bloccata per buona mezz'ora, tempo impiegato a far suonare l'allarme, a urlare portiereeeeeeeee, a cercare quel cazzo di pacchetto di chewingum che proprio non voleva uscir fuori dalla mia borsa e a chiamare lui per avvertirlo che avrei fatto tardi.

Lei: "Uè amò sono rimasta chiusa in ascensore!!!"
Lui: "Ah vabbè a dopo"
Lei: "Ma comeeeee!!! Non capisci? Faccio tardi, non so quando arrivo ché qua pare che sia un palazzo fantasma! Non c'è nessuno che mi aiuti!"
Lui: "Meglio! Ora devo andare."
Lei: "Meglio??? Dove devi andare oh???"
Lui: "Scusa, ho da fare, altrimenti succede il 48! Ciao."
Lei: "..."

E di treni ne ho persi due.
Ma durante il tragitto, ormai libera da quell'infernale gabbia saliscendi, sul mio volto cresceva un enorme punto interrogativo. Vuoi vedere che stava cucinando davvero? E cosa mi avrà preparato? E... la cucina sarà ancora integra? Fino a quando non sono arrivata a casa e ho bussato alla porta, per poi entrare e sentire un profumo di.... di...... uhm....... di?

Lei: "Amo ma allora hai cucinato!!"
Lui: "E ti ho lavato anche i piatti!"
Lei: "Ma dai? E cosa hai preparato?"
Lui: "Non te lo dico! Ehm... però ti ho distrutto uno strofinaccio..."
Lei: "Vabbè fa niente, basta che non mi hai sfasciato la cucina!"

Tempo 20 minuti che lui apre il forno e ne caccia un coso. Una specie di pizza ripiena. Supercalorico alla faccia della dieta, ripieno di provola, pancetta affumicata, salsiccia e cannella. Un coso buono, anche se un po' duretto. Un coso che sa di amore, di lui che impasta per me, che dimentica di mettere il sale, che fa sbrodolare dappertutto le uova dopo averle versate sulla farina... Un coso che mi ha fatto felice, così felice da farmi amare mio marito ancora di più. Per la prima volta ha cucinato per me il mio tesoro... ha davvero cucinato per me...

martedì 29 gennaio 2008

Voci

Al telefono...

Tizio: "Ah comunque volevo farti gli auguri, ho saputo!"
Lei: "Saputo cosa???"
Tizio: "In paese la voce si è diffusa...!"
Lei: "Di quale voce parli??"
Tizio: "Oh andiamo, lo sanno tutti che aspetti!!!"
Lei: "Cazzo sono ingrassata talmente tanto???"
Tizio: "Mmm... cioè non aspetti??"
Lei: "Non aspetto e non prevedo di aspettare!"
Tizio: "Ah erano solo voci allora..."
Lei: "Direi di si."

Mi metto a dieta. Ho deciso.

sabato 26 gennaio 2008

Ladra di sdraio

Ho commesso un reato. Appropriazione indebita di sdraio. Se non altro mi son seduta, visto che in questa baita del cavolo hanno terminato tutte le sedie. Se mi arrestano non opporrò resistenza, tutt'altro! Trascinerò io i carabinieri in caserma, con uno spirito nuovo e gioioso. Anzi... Quasi quasi lancio un appello: venitemi a prendere! Ammanettatemi!!! Sono su un manto bianco da poco più di un'ora e mi sembra già un'eternità...

venerdì 25 gennaio 2008

pronti... partenza... via!

Mi tocca. Sono sana come un pesce. Certo, ho un po' di rimasugli influenzali ma tutto sommato sto bene. Per cui stasera mi toccherà fare le valigie in tutta fretta e farmi letteralmente trascinare nel gelo più totale, nel bianco che più soffice non si può, in montagna. Il solo pensiero mi strugge, mi tormenta, lesiona quel po' di quella gioia che questa meravigliosa giornata di sole ha resuscitato in me. Che palle la montagna. Che palle non poter sciare e stare seduta come un'allocca al sole con quel vento ghiacciato che ti taglia la testa in due fettine. Che palle aspettare la salita e la discesa dalla pista di lui. Che palle mantenergli una sdraio vuota e litigare con i furbetti che se la vorrebbero rubare. Che palle fare la fila al gabinetto nella baita stracolma di fighettine in tute alla moda. Che palle arrivare al tuo turno che entri in bagno e ci trovi un putrido lago e tu che ti devi spogliare, far pipì e rivestirti in fretta perché fuori altrimenti ti fanno un mazzo così. Piazza la borsa, levati il giubbino, abbassati il pantalone, attenta a non fargli toccare terra, calati le calze, calati i calzettoni, calati le mutande, fai plin plin, rimettiti le mutande, tirati su i calzettoni, tirati su le calze, tirati su il pantalone, rimettiti il giubbino, rimettiti la borsa, scarica e prega che quello schifo non pensino sia stata tu a combinarlo. Che palle togliersi i guanti per fumare una sigaretta. Che palle tenere la macchina fotografica a portata di mano ché lui vuol farsi immortalare con la cima innevata come sfondo, con l'amico sotto braccio, con lo sci conficcato nella neve, con l'occhialino a specchio e il dentino brillante al sole, con il culo a terra dopo una caduta. Che palle cioncarsi dal freddo e finire in un'ora l'unico libro che ti sei portata. Che palle aspettare con ansia che il sole si nasconda dietro qualsiasi cosa per poterti lamentare del freddo e svignartela a casa. Che palle e che strapalle il viaggio, l'arrivo, le pulizie, il letto da fare disfare e rifare. Mamma che palle.

lunedì 21 gennaio 2008

la stanza dedicata

Acquistammo casa un paio d'anni fa, ricavando anche una stanzetta che sarebbe dovuta essere quella di un più che futuro pargoletto. Tutta colorata, verde mela e bianca, ha già un letto che finora è stato utilizzato da svariati ospiti, una zanzariera da soffitto, quadri e quadretti, disegni e disegnini. Ora finalmente quella stanza ha un nome: magazzino abbandonato. Ci lavoricchio da giorni ormai, ed è così che lui la chiama. E invece di darmi una mano a sistemare borse e borsette, sciarpe, spille e gomitoli di lana, ha ben pensato di mettere in piedi il suo studio fotografico proprio lì dentro. Quindi ora la stanzetta del nostro più che futuro figlio viene ad oggi presentata a chiunque come magazzino abbandonato con studio fotografico incorporato.
Non pensavo che mi sarei fatta prendere così la mano. Non pensavo che cucendo cucendo mi sarei tanto appassionata e divertita nel creare gingilli e pupazzi. E sapere che lui è felice di fotografare i miei risultati, vedendoseli poi pubblicati sul web, mi rende fiera, come donna moglie e compagna di vita. Sono contenta che a lui piaccia ciò che faccio, e lui è contento che a me piaccia ciò che fa lui. Detta in poche parole: mi sto infeltrendo.

venerdì 18 gennaio 2008

tu scii e io sciò

Dannatissimo raffreddore. Respiro a malapena, sento una mano che con forza mi tappa il naso, un pugno dato a tratti in testa e brividi caldi e brividi freddi. Sto una merda. E a causa mia non si va in montagna! Povero lui, che desiderava da tanto percorrere piste innevate con gli sci ai piedi mentre io invalida avrei passato la giornata al gelo con un libro tra le dita come stalattiti. Uno strazio evitato, ecco cos'è. Perché a star ferma su una scomoda sdraio sorretta da un vento ghiacciato aspettando l'ennesima risalita e ridiscesa dall'impianto di mio marito non ce l'avrei fatta. Mi dispiace solo per gli amici con cui avremmo dovuto condividere questo week-end. Ché pare sempre che ogni volta che ci invitano io stia ammalata. Giurin giurello che non baro, mai detta una bugia in proposito!!! Tzè!

mercoledì 16 gennaio 2008

campo di battaglia

Mi sono fatta prendere la mano. Torno a casa e invece di riordinare prendo feltro cotone lana spille stoffa bottoni e perdo tempo a creare per il mio nuovo amore. Tanto che sono innamorata che pure lui l'ha capito. E invece di essere geloso mi asseconda, tornando a casa con un treppiedi per la sua Canon, con lampade ultrasucchiacorrente e gabbie di luce per fare le foto ai miei prodotti. Già... ha perso la testa, e tra un po' perderà anche il conto in banca. Lo chiameranno dicendogli che ormai è tardi, che ormai ha speso tutto, rosso compreso, e che non può più essere loro cliente. Lo chiameranno per dirgli che uno così meglio perderlo che trovarlo. E io sarò lì, a raccogliere i cocci di una vita martoriata dalle spese pazze, cercando disperatamente un conto migliore per lui, che sia senza spese e con un tasso di interesse del 90%. Che qua non si campa più accidenti.

venerdì 11 gennaio 2008

i miei nuovi stivali!!!

Ci hanno messo un po' di tempo ad arrivare, ma al rientro dalle ferie erano lì, in portineria. Oggi finalmente ho indossato quelli bianchi, sconvolgendo chiunque mi incrociasse per strada e in treno. Ho lasciato tutti a bocca aperta, non so se pensassero Ma tu guarda questa qui che stivali orrendi oppure Bellissimi!!! Chissà dove li ha comprati!!!
Visto che ieri sera lui mi ha pronosticato quella di oggi come una giornata nuvolosa ma senza pioggia, dopo aver consultato la sua meravigliosa stazione meteo che al Centro Epson Meteo gli fa un baffo, saggiamente stamattina ho infilato gli stivali e ho portato con me l'ombrello. E bene ho fatto, visto che piove incessantemente da circa 5 ore, tanto che le strade sono un fiume in piena.
In pausa pranzo sono scesa col solito collega tutto impernacchiato (vestito in maniera cool, ndr) e ho provato una goduria che non si può spiegare, nel prendere di mira tutte le pozzanghere tutti i laghi e tutti i fiumi passandoci sopra noncurante del rischio affogamento!!! Oh! Guarda lì! C'è una pozzanghera!!! E splash! Con gli stivali dentro! Ovviamente ora il collega mi odia, perché mentre io sono tornata in ufficio asciutta come un deserto lui è rientrato bagnato fradicio come una maglia di lana lavata a mano senza centrifuga, e con le scarpe bell'e pronte da strizzare! Eh. Che gioia. Ihihih.

giovedì 10 gennaio 2008

stupidità umana

Alle 10 stamattina mi squilla il cellulare.

Lui: "Tesò!!!"
Lei: "Eh."
Lui: "Quella stronza della stazione..."
Lei: "Di quale stazione parli???"
Lui: "Di quella meteorologica."
Lei: "Beh?"
Lui: "Ieri sera quella cazzo di cosa diceva che oggi sarebbe stata una giornata di sole..."
Lei: "..."
Lui: "Diluvia e nun teng manc 'o 'mbrell!!!!"

martedì 8 gennaio 2008

napoli muore

Sono seria. Penso seriamente che se continua così tra poco ci scapperà il morto.
La situazione in provincia di Napoli è tragica, cumuli e cumuli e montagne alte metri e metri di immondizia hanno preso il sopravvento. Non mi sono mai sentita così sporca in vita mia. Mai così piena di vergogna come in questi giorni. La cosa che più mi sconvolge è che in mezzo a tanta brava gente che manifesta c'è una massa indefinita di stronzi di merda, perché è così che vanno chiamati, con il loro nome di battesimo, che stanno distruggendo una città. Devastano negozi, strade, finestre e balconi, rapinano a più non posso chiunque gli capiti sotto tiro, bruciano la spazzatura di continuo facendoci respirare la morte a pieni polmoni, fermano treni, autostrade e tangenziali, incendiano autobus. Terroristi. Stronzi di merda terroristi. Che si vergognassero. Se chi governa questa sfortunata città ci ha reso le cose non facili negli anni, questi animali invece ci stanno massacrando.

Ho tre sacchetti di immondizia in cucina. Né io né lui abbiamo il coraggio di andarli a buttare. Ché è meglio barricarsi in casa.

lunedì 7 gennaio 2008

chi fraveca e sfraveca nun perde maje tiempo

Ero pronta a sacrificare anche il libretto di assegni se fosse stato necessario. Invece venerdì sera al centro commerciale ho comprato poco e niente. Questi saldi per ora sono un flop. H&M aveva solo qualche stand con capi scontati, per il resto il prezzo pieno s'era impadronito di ogni cosa. Però... quando mi sono avvicinata agli accessori per i capelli i miei occhi hanno cominciato a lacrimare dalla gioia! Cerchietti, fermagli, fasce, tutti scontati del 50% circa! La mia mente è tornata alla mia nuova passione, il feltro, e alla prossima estate, quando ho deciso che sarò in giro per le feste di paese con una coloratissima bancarella. Ho afferrato un cestino e una cinquantina di accessori e mi sono fiondata alle casse felice come una pasqua!!! La commessa invece quando mi ha visto poggiare sul banco quel ben di dio è entrata in depressione: gli adesivi con il prezzo scontato erano stati attaccati tutti sui codici a barre. Così ho dovuto aspettare circa mezz'ora prima che il mio bancomat uscisse dalla mia borsa per essere barbaramente strisciato. Eh.

Ieri ho convinto i miei a pranzare a casa nostra. La mia idea era passare il pomeriggio con mamma a cucire piume, nastrini e bottoni e decorare borse. Lei ha accettato volentieri la richiesta, e dalle 16 alle 22 non abbiamo fatto altro che creare accessori deliziosi e originali.
Dopo pranzo lui e mio padre si sono accomodati sul divano davanti alla tv a vedere un film e a smaltire la piccola sbornia post pasto. Inutile dire che la pace dei nostri sensi è durata un paio d'ore. Terminata la visione si sono presentati tutti e due con aria minacciosa davanti a noi, intente a cucire a punto festone.

Lui: "Ma state ancora a perdere il tempo?"
Lei: "Se noi stiamo perdendo tempo voi due avete perso un anno della vostra vita davanti alla tv..."
Lui: "E mo che facciamo?"
Papà: "Che dici moglie, ce ne andiamo?"
Lei: "Ehi! Papà perché non accompagni lui da Decathlon a comprare gli scarponcini per la neve?"
Lui: "Ma io mi scoccio di andare... e poi sarà chiuso sicuramente il giorno della Befana!"
Lei: "Macché, vai sicuro, è aperto! Dai dai andate a comprare le scarpe per Praga, su!"

Incredibilmente li convinco, riuscendo a passare altre ore con la mia collega sarta. In una serata terminiamo due splendide borse e un gioco di società tenero e morbidoso. Verso le 21 sentiamo la chiave nella toppa... gli uomini sono tornati, accidenti.

Lei: "Beh? Comprate le scarpe?"
Lui: "Si, e ho acquistato anche qualche altra cosa..."

Inizio a fremere dalla preoccupazione, l'ansia mi assale, i tremori mi avvolgono, il sudore mi segna la fronte.

Lui: "Guarda qua? Una bellissima stazione metereologica!!!"

Oddio. Il sudore mi si ghiaccia addosso.

Lei: "Ma che mostro è 'sta roba qua?"
Lui: "Non è fantastica? Ora la monto e vedrai che bella che è!"
Lei: "Ma mi spieghi che cazzo te ne fai di quest'aggeggio???"
Lui: "Ti dice il tempo, la temperatura, la pressione dell'aria, capisci?"
Lei: "Ma anche il Colonnello Giuliacci te la dice, pure internet ti dà le previsioni, cioè ma ti pare normale??"
Lui: "Sei sempre la solita, comunque pure tuo padre se l'è comprata."

Uomini. Mettili insieme e combinano solo costosi guai.

Lui: "Ecco, vedi? Domani è nuvoloso, non piove!! Sei contenta??"
Lei: "Oh si, anche se dubito che non pioverà visto che il meteo in tv diceva il contrario."
Lui: "Guarda che è potente la stazione!!! Ti ricrederai!!!"


Buongiorno a tutti, sono le ore 10 in quel di Napoli. Ringrazio il cielo di aver messo gli stivali da pioggia e il pinocchietto. Diluvia.

venerdì 4 gennaio 2008

chi non Risiko non rosica

Tutta colpa di quel vino senza etichetta, di sicuro. Che lo bevi e ti rincitrullisci totalmente fino alle 13 del giorno successivo. Ecco come mi sento. Mi gira la testa, ho lo stomaco sottosopra, un equilibrio instabile e gli occhi che mi si chiudono. Già. Ieri sera a casa di amici ci siamo proprio dati da fare. Non fosse stato per il Risiko che per un paio d'ore ci ha tenuti occupati saremmo finiti agli alcolisti anonimi. Lui era convinto che avrebbe vinto la partita, come gli altri due maschi d'altronde. E invece a poco a poco noi brave donnine guerriere e battagliere li abbiamo eliminati dalla faccia della terra. Peccato che la mia sfiga ai dadi si sia data da fare: se fossi riuscita a battere i 3 neri superstiti in Europa Occidentale con la mia ciurma di 20 carri armati in Europa Meridionale avrei vinto io. Tzé.

mercoledì 2 gennaio 2008

tutto torna alla normalità

Ossia sveglia alle 7.30 per essere in ufficio alle 9, pranzare dalle 13 alle 14, uscire alle 18 ed essere a casa per le 19, stanca, distrutta e senza idee per la cena. Quando invece il nuovo anno dovrebbe cominciare silente, in un crescendo graduale, per non ledere la salute mentale di noi poveri lavoratori. Tzé.
Tutto riprende il normale corso di vita, la polvere in ogni angolo di casa, lavatrici da caricare e stendere, termosifoni da non dimenticare accesi ché altrimenti sono cazzi amari, lui che inizia a coltivare nuovi hobby (ora tocca agli elicotteri) povera me, post da scrivere tra un break e l'altro, albero e decorazioni da riporre nel ripostiglio, pandori da consumare a colazione, e si... i saldi. I miei amatissimi saldi. So che non dovrei spendere nulla in questo momento, so che dovrei autobloccarmi il conto corrente e il bancomat, so che non dovrei guardare le vetrine sbavando come un cammello, ma so anche che non resisterò. Venerdì sera la battuta di caccia è aperta! Trascino lui in auto e mi faccio condurre nel paradiso dello shopping! Eh!