mercoledì 31 ottobre 2007

bbbrrrrrrr... ho i brividi

Inizio a pensare che le ragnatele non basteranno, come pure le candele, e il cibo, e gli alcolici, e la carta igienica. Inizio ad entrare in paranoia, a stilare liste di nomi, numeri di telefono per conferme, e consultare il meteo, che se venerdì sera piove il balcone non sarà agibile, e ciò significherebbe circa 10mq in meno di vivibilità e aria respirabile. Inizio a rovistare nei giornali di cucina, alla ricerca di qualche macabra ricetta dai nomi ripugnanti, cervella di ragno al sangue di pipistrello, escrementi di lombrico in casseruola. Inizio a tremare all'idea di dover affrontare sola il supermercato stasera, ché lui rientra tardi e domani le saracinesche saranno abbassate: non solo è festa... ma pur volendo... è un giovedì. Inizio a preoccuparmi per l'incolumità delle tende, delle pareti, del divano, dei mobili, del pavimento, del bagno. Inizio a rendermi conto che in casa tra 48 ore si abbatterà una catastrofe che porterà morti e feriti. Ah! Che stupida... ma certo, è Halloween.

L'unica nota positiva in questo stonare di inizi, è che ho due giorni di tempo per prepararmi psicologicamente e fisicamente all'evento. Due giorni di tempo per salvare il salvabile chiudendolo nello sgabuzzino, per dare una pulita a quella doccia che non so perché cazzo l'abbia scelta di cristallo, per cucinare lasagne, pasta e parmigiana, per addobbare ogni angolo di casa, perché diventi tetra e raccapricciante, per provare l'audio e avvisare la cittadinanza di non rompere le scatole quel giorno, almeno fino alle 3 di notte.

Ce la farò. Si.

martedì 30 ottobre 2007

ecco, appunto, mi riferivo proprio a questo...













Comunque non traete conclusioni affrettate, ché qui si lavora eh.

prove di costume




Il mio caro amico collega finalmente ha comprato il tulle per il suo travestimento alla festa... sapeste com'è contento! Ora se ne va in giro per l'ufficio scorazzando come un Renato Zero mediterraneo. Dio quanto lo adoro!

stupide bazzecole

Non passa sera senza che lui apra con cura il portatile e prema il tasto di accensione, lo appoggi sulle gambe e apra Firefox. Giochicchia, smanetta su ebay, perde tempo sul web. E sbircia sul blog. Puntuale come un orologio arriva il solito ghigno sorridente, ogni volta che finisce di leggere un post. Ed ecco che, al solito, la mia reazione arriva con veemenza.

Lei: "Ti ricordi che il blog è NOSTRO vero?"
Lui: "Mm-mm."
Lei: "Ma tu però non ci scrivi mai!"
Lui: "Mm-mm."
Lei: "E dai, scrivici qualcosa!"
Lui: "Ora non mi va. E poi sappi che il blog campa grazie a me."
Lei: "Ahahahahahahah!!!"
Lui: "Sono io che ti fornisco il materiale!"
Lei: "Di che materiale parli??"
Lui: "Tu scrivi solo di me! Se non ti fornissi materiale per i tuoi post non avresti nulla da scrivere! Quindi in un certo senso partecipo anch'io."
Lei: "Ma è normale che io scriva di te! Si tratta del blog di due cretini che si sono sposati, quindi lei parla di lui e lui dovrebbe parlare di lei!"
Lui: "Mm-mm."
Lei: "Mi hai sentito?"
Lui: "Mm-mm."
Lei: "Oh!!!"
Lui: "Cazzo hanno superato la mia offerta! Capace che la perdo quest'asta!"
Lei: "Beh, sai che c'è di nuovo? Fanculo."
Lui: "Mm-mm."

lunedì 29 ottobre 2007

il grande giorno s'avvicina...

No. Non sono le scale di casa mia, anche se ci assomigliano molto. Le mie sono in gelido marmo grigio, o pietra lavica, o che ne so che c'ha messo il costruttore... boh. Comunque ho delle scale. Due rampe per l'esattezza.
L'anno scorso, in occasione della macabra festa di compleanno, 29 anni suonati al sassofono, sparsi sulle scale candele a non finire e una filastrocca lunghissima che iniziava al primo gradino e finiva all'ultimo. Un supplizio per chi, salendo, si ritrovava a dover leggere in un improbabile napoletano rimato quella sottospecie di poesiola. La morale era: o entri con il regalo alla mano o puoi pure rifarti la filastrocca a ritroso e tornartene a casa. Per disperazione gli invitati che speravano di farla franca m'hanno donato qualche spicciolo, qualcuno addirittura una scopa da stregone, pur di non fare dietro front.
Stavolta mi sa che gli risparmio la punizione, per cui probabilmente per animare quella fredda scalinata oltre alle candele userò brandelli di stoffa, ragni e lanterne. Lascerò in bella vista il numero dei pompieri qualora una damina vestita da vampiressa intullettata prendesse fuoco, e spererò (orrido futuro per un verbo sì dolce) che una volta dentro casa, tutti i mostri, non me la distruggano come al solito. Eh.

domenica 28 ottobre 2007

l'incompresa

Mentre munita di guantoni gialli strigliavo la finestra del bagno, ieri pomeriggio il citofono ha suonato. Sarebbe stata troppa la fatica per lui, alzarsi dal divano e per un attimo mollare le sue aste su e-bay, così sono andata ad aprire io. Era una coppia di amici con la piccola bimba al seguito. Volevano fare una passeggiata, ma il bagno pretendeva attenzioni, e il mio abbigliamento non era per nulla adatto a mettere un piede fuori di casa. Così ho terminato le faccende domestiche con la velocità di un Mig 28, precisa e rapida, e mi sono rinchiusa nella cabina armadio con la piccolina per iniziare il rituale della vestizione. Considerato il caldo che faceva ho optato per un vestitino di cotone, con le maniche a sbuffo, la scollatura quadrata e la gonnellina a campana, abbinandoci un lupetto a maniche lunghe, da indossare sotto. La bimba mi guardava estasiata, manco avesse visto Alice nel paese delle meraviglie. Le dicevo "Ora è il momento dei collant" e lei annuiva con gli occhi sbarrati e un sorriso a tutti i denti che aveva. "Ora è il momento del cerchietto nei capelli" e lei con la bocca spalancata in un "Ooooohh!".
Sapevo che quando la mia amica sarebbe entrata in camera avrebbe commentato ampiamente il mio look, e così è stato. Un misto di stupore e sconcerto le ha attraversato il volto, per poi dirmi "WOW quant'è bello questo vestito!". Ecco, ora mancava solo che lui mi vedesse per la prima volta con indosso questo gioiellino giallo senape, nero e marrone. Credo l'abbia vissuta come un'esperienza tragicamente toccante.
Raggiungo gli uomini in cucina, lui è lì di fronte a me. Mi guarda dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto. Accenno un lieve tic agli occhi per il nervosismo mentre attendo il verdetto.

Lui: "Ma da cosa ti sei vestita?????"
Lei: "In che senso???"
Lui: "Ma alla festa ti vesti così? Da Ape Maia???" (lui alludeva alla festa in maschera di venerdì prox, ndr)
Lei: "Cretino ma quando mai! Ma perché, non ti piaccio?"
Lui: "Ehm... ma sei strana!!"
Lei: "Vabbè tanto sapevo che non avresti retto l'emozione dicendo cazzate. Ora scendiamo, dai."
Lui: "No, famm' capì, tu vuliss scennere accussì???" (fammi capire, avresti il coraggio di uscire di casa in queste condizioni???, ndr)

Che tatto mio marito, l'ho sposato anche per questo, che credete voialtri!!
Dopo la passeggiata, ci aspettavano a cena altri amici, stavolta 3 coppie più una fragolina di un anno appena compiuto. Il mio tic diventava sempre più insistente, ma ero pronta a farmi prendere in giro e a stendere con la mia coinvolgente simpatia chiunque avesse osato offendere il mio vestitino H&M!!

"Ma che ti sei messa addosso?" è andata per la maggiore. "Sei un po' strana" ha avuto il secondo posto in classifica. Ma ragazzi! Qui si tratta di look stravagante, non "strano"! Look coraggiosamente stravagante! Quando li ho invitati alla festa in maschera ovviamente non si sono lasciati scappare la battuta idiota "Ah, allora tu stasera stai facendo le prove?".

Eppure... eppure a qualcuno sono piaciuta da morire... La dolcissima principessa di un anno non ha fatto altro che cercarmi, bramarmi, volermi. Avrebbe barattato volentieri i suoi genitori per una dormita in culla accanto a me! La tenevo per le mani per far sì che mettesse i piedini uno dietro l'altro e lei mi portava sempre nello stesso posto, davanti allo specchio di due metri. Si fermava lì davanti, mi guardava, e incominciava a ridere a crepapelle. Si si... le piacevo. A tavola poi non sono riuscita mandar giù un boccone che lei si sbracciava dal seggiolone perché voleva che la prendessi in braccio. Con la mamma non voleva stare, con il papà non ne voleva sapere, con le altre due coppie manco per l'anticamera del cervello, con lui figuriamoci, voleva solo me. La sua Alice personale, la sua Maia e la sua Dorothy.

Per una sera, dopo tanto tempo, finalmente mi sono sentita una favola.

venerdì 26 ottobre 2007

siringa di Voltaren sta a Imac come accertamenti stanno a Ikea

Non ho mai avuto tanta compagnia nei momenti cruciali. Sia lui che mia mamma ieri mi hanno voluto accompagnare a fare gli esami richiesti dal medico curante. Non sono usciti perfettissimi, un risultato lo ritiro lunedì, ma posso dire con certezza che non ho quella cosa che inizia con iperpara e finisce al 90% con un'operazione. Una settimana di attesa passata nel più completo terrore. Fanculo.
Tra un esame e l'altro, sotto la pioggia battente, con gli stivali verdi scamosciati nuovi su cui le gocce si sono trasformate in macchie indelebili, lui mi ha proposto "E ora che si fa? Andiamo in qualche bel posto?" e io ho colto la palla al balzo: "Andiamo all'Ikea!"
Sono incorreggibile, non c'è altro da dire. Ma credo di aver preso da mamma, che al telefono con papà gli ha dato qualche mia notizia, informandolo che di lì a poco avrei dovuto sottopormi ad altri accertamenti, e che intanto andavamo a fare "un servizio". Beh, se l'Ikea si chiama servizio!
Ho saccheggiato il bazar, dalle tovagliette all'americana ai vasi per le piante.

Lei: "Mamma guarda! Hanno fatto le tovagliette nere finalmente!"
Mamma: "Uh! Si! Le altre volte c'erano solo in altri colori!"
Lei: "Che dici, quante ne prendo? Quattro?"
Mamma: "Forse è meglio 6, non credi?"
Lei: "Sai che ti dico? Hai ragione! (mentre conta 1, 2, 3, 4, 5, 6...) (7...8) Però preferisco prenderne 8, visto che gli altri set di tovagliette sono da 6. Così quando avrò 8 persone a cena saprò cosa utilizzare."
Mamma: "Ok, mi sembra un'ottima idea!"
Lei: (mentre conta 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 tovagliette... 9, 10...) "Anzi no, ne prendo 10. Meglio abbondare che non si sa mai."

Incredibile. Una giornata che si prospettava costellata di stress e radiazioni si è trasformata in uno shopping sfrenato dell'ultim'ora. Ho riempito il carrello senza pensare a brutte malattie e senza lui che rompeva i maroni faiprestomuovitimisonorottousciamodaqui, ché ci ha lasciate in completa libertà mentre saccheggiava a sua volta Leroy Merlin. Ci ha raggiunte appena siamo uscite dal bazar, dirette alle casse, e ha iniziato la solita solfa.

Lui: "Ma che è tutta sta roba??"
Lei: "Che vuoi? Leva subito le mani dal carrello!"
Lui: "E dove hai intenzione di appenderlo questo specchio???"
Lei: "Non lo so ancora."
Lui: "Ma dove ce le mettiamo 'ste cose?? Non c'è più spazio!"
Lei: "Lo spazio c'è, è solo che tu non lo vedi."
Lui: "Guarda che io ho la vista migliore della tua!"
Lei: "E poi non rompere sempre le scatole, tanto pago io. Pagassi tu, capirei pure. Ecchecchacchio."
Lui: "Beh fai un po' come ti pare oh."

Pago. Usciamo scarrozzando il carrello verso l'auto. Lui apre il cofano e...

Lei: "Azz e meno male che IO riempio la casa di stronzate!!!"
Lui: "Che vuoi? Leva subito le mani dal cofano!"
Lei: "Che è tutta sta roba??"
Lui: "Sono cose mie."
Lei: "Ma non hai più spazio dove mettere cazzate!"
Lui: "Lo spazio c'è, solo che tu non lo vedi."

Dio, quanto lo amo quest'uomo!!!

martedì 23 ottobre 2007

questa è una di quelle sere

Che quando inserisco le chiavi nella serratura della porta di casa comincio a sudare freddo, cosciente di ciò che troverò una volta entrata. Una di quelle sere in cui chiamo disperata mia madre al telefono facendole venire una sincope dallo spavento, mentre volevo solo chiederle cosa cazzo potevo cucinare. Quelle sere in cui vorresti trovare la tavola già apparecchiata, e un piatto caldo pronto per essere divorato. Con una letterina sotto il piatto, come quando a 6 anni si faceva col papà, che ti rallegra informandoti che i piatti si laveranno da soli, merito di qualche nuova ultratecnologia. Una di quelle sere in cui litighi con la dispensa perennemente vuota come un campo di calcio squalificato a vita, in cui cerchi qualsiasi tipo di barattolo dal contenuto commestibile a crudo. Quelle sere in cui ti dici "vabbè, pizza", e poi davanti agli occhi ti si palesa il pensiero di lui con il le linguine al pesto dipinte ad acquerello negli occhi, e capisci che non era la serata adatta per romperti i coglioni di cucinare. Una di quelle in cui non vuoi in ogni caso sporcare né pentole né piatti, ma poi sbirciando nel lavello ti ricordi di non aver lavato quelli del giorno prima. Quelle sere in cui trovi un barattolo di fagiolini verdi e uno di pomodorini, e che te li spadelli con aglio e olio. Cosciente, purtroppo, che a lui fanno veramente schifo.

lunedì 22 ottobre 2007

il tuo cuore esiste nel mio...

Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio,
non me ne divido mai,
dove vado io, vieni anche tu, mia amata.
Qualsiasi cosa venga fatta da me, la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato, perchè il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perchè il mio mondo, il più bello,
il più vero, sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo,
radice di tutte le radici,
germoglio di tutti i germogli,
cielo dei cieli di un albero, chiamato vita,
che cresce più alto di quanto l'anima spera.
E la mente nasconde
la meraviglia che le stelle separa, il tuo cuore esiste nel mio...
Ecco il segreto più profondo,
che nessuno conoscerà mai,
radice delle radici,
germoglio dei germogli.
E cielo dei cieli di un albero chiamato vita,
che cresce più alto di quanto l'anima possa sperare.
Più vivo di quanto la mente possa celare.
Prendo il tuo cuore, lo porto con me ...nel mio.

Edward Estlin Cumming

domenica 21 ottobre 2007

Massa, Raikkonen e Alonso lo stronso

Finalmente il GP di Formula Uno è giunto al termine. Niente più domeniche in cui propongo a lui di uscire un po' ricevendo il solito due di picche ("Oggi no, c'è la gara"). Certo che però un po' mi mancherà poltrire sul divano accoccolati mentre lo riempio di domande stupide su punteggi, pit stop, classifica iridata e bandiera a scacchi. Beh, poltrire poltriremo lo stesso, su questo non c'è dubbio.

E' stata una giornata piovosa, addirittura il cielo ha pianto pure sul Papa in piazza Plebiscito, mentre noi alle 12 eravamo ancora sotto il piumone 4 stagioni Ikea. Ci siamo alzati solo per la fame, zittendola con due fette biscottate integrali e marmellata dietetica. Una colazione degna d'un re, talmente calorica da farmi trovare la forza di fare l'odioso cambio di stagione. Già. Ho avuto a che fare con colonie di acari, ho combattuto con le grucce che m'avranno sfilato almeno 5 maglie, ho ridato il benvenuto a vestiti che non vedevo l'ora di reindossare, e mi sono resa conto che se pure volessi acquistare che so... una giacca... non saprei dove metterla. Non c'è un buco manco per una nuova mutanda. Siamo al limite dello spazio utile. Quindi ho messo in moto il cervello, sfornando tre soluzioni:
1. non acquistare più nulla, nemmeno un paio di collant!
2. cambiare casa
3. non far nascere nessun bebé, così la stanzetta a lui dedicata potrà diventare una dress room.
Visto che nessuna delle tre è fattibile, mi toccherà comprare quell'aggeggio che aspira l'aria e che fa diventare 5 kg di vestiti una sottiletta. Non capisco perché l'anno scorso avevo lo stesso problema con le scarpe. Come cazzo ho fatto a risolverlo? Ora che ci penso... che fine hanno fatto i miei stivali neri????

sabato 20 ottobre 2007

il mio angelo custode

Ok, lo ammetto. Ieri sera ho avuto la mia buona dose di coccole. Lui è tornato prima del solito a casa, addirittura ci è arrivato prima di me. Mi aspettava con ansia per sapere dalla mia voce cosa fosse successo e quale fosse stato il parere del medico. Così, dopo che gli ho parlato di ecografie, radiografie, e analisi di vario genere, mi ha stretto in un enorme abbraccio, e mentre gli occhi mi brillavano l'ho sentito sussurrare... "Ti presto il mio angelo custode, stai tranquilla tesoro". E' stata una delle cose più belle che mi abbia mai detto. Tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altra si è materializzato lì, in quell'istante, nel calore delle sue braccia che mi circondavano con sicurezza.
Per distrarmi mi ha portato a cena fuori, in una locanda piccolissima, ma tanto grande da farci un culo così. Meno male che ha pagato lui. L'unico euro che ho cacciato era destinato al suonatore di mandolino con una mascherina da deficiente in faccia.
Abbiamo parlato fino allo sfinimento, ridevamo di noi due, ci prendevamo in giro e progettavamo il futuro. E mentre le parole scorrevano osservavo le coppie sedute agli altri tavoli, mute in un silenzio spento, che sapeva di noia. Mi sono chiesta se mai io e lui ci troveremo così, un giorno, a rigirare la mollica di pane sul tavolo guardando altrove in attesa che un gambero in crosta di mandorle arrivi a rafforzare quel mutismo, proteggendolo. "Mmm, buono, vero?", "Oh si, mi versi un po' d'acqua?", "Certo che però scotta un po'."
Sono convinta che se quel giorno per noi esiste arriverà tra molto, molto tempo. Perché ora sappiamo completarci, in un solo sguardo, in una sola parola, in un solo sorriso, in una sola carezza. Non lasciarmi mai scè... io ti amo...

venerdì 19 ottobre 2007

poi mi chiedono perché odio i dottori

Perché gira e gira alla fine ti dicono sempre che c'è qualcosa che non va. A quanto pare non è la mia "dieta" ad aver provocato quel calcolo, ma qualcosa di un pochino più serio. Mi toccherà fare altre indagini, diventerò la migliore amica del guardiano dell'ospedale. Lo inviterò a cena per fargli conoscere lo spettacolo che è mio marito, così si toglierà dalla testa che vado in ospedale solo per passargli davanti al gabbiotto lasciando una scia di profumo diretta a lui.
Io odio i dottori. Odio gli ospedali. Odio le malattie. Fanculo.

giovedì 18 ottobre 2007

cazzo è il fosfato di calcio???

Semplice. È prima di tutto la composizione del mio famoso calcolo. Dopodiché è una rottura di palle, perché leggendo qua e là praticamente non posso più mangiare tutto quello che mangiavo prima. Ottimo. Sampei ne sarà contento.

Alimenti proibiti (mi informerò meglio! proibire mi pare un tantino esagerato)
1) Crusca di frumento, germe di frumento, farina di soja, farro, pane tipo integrale
[della serie addio dieta, visto che ultimamente mi cibavo solo di robaccia integrale]
2) Fagioli, fave, ceci e piselli secchi, funghi, asparagi
[ma come?? ma se i ceci fanno così bene? e poi li adoro! Questa settimana li ho mangiati... ehm... tre volte... Per non parlare dei fagioli alla messicana, dio proprio ora che s'avvicinava il freschino giusto per cucinarli! Gli asparagi possono andarsene a fanculo, non mi sono mai particolarmente piaciuti, ma cosa ne faccio ora di quella confezione di fave che vegeta da mesi in freezer?? E i funghi... miei adorati funghetti trallallà... non posso abbandonarvi dal fruttivendolo guardandovi marcire... no... io DEVO comprarvi e DEVO cucinarvi! Cazzo.]
3) Orata, spigola, anguilla, alice
[Per quanto mi riguarda l'anguilla può fare la stessa fine degli asparagi, ma per il resto, considerando che quest'estate lui m'ha portato a casa pesce tutti i giorni... capisco a cosa devo la comparsa dell'odioso calcolo. Cosa gli racconterò adesso? Che non può andare più a pescare perché tanto non potrò mangiare pesce? Che dovrà andare a pesca di molluschi? Calamari e polipi? Mi si prospetta un quadro nero peggio della pece.]
4) Fegato, salumi
[No! I salumi no! Vi prego!!! A chi posso appellarmi? Non è che per salumi è inteso qualcosa tipo il lardo di colonnata che non me l'avvicino alla bocca manco se mi pagano? Eh? Grazie al cielo almeno il fegato può restare nell'animale da fattoria di provenienza, come ho sempre desiderato.]
5) Uovo intero o tuorlo
[E meno male che ho resistito a cucinare quelle due uova scadute in non si sa quale data, per buttarle direttamente nell'immondizia. Altrimenti mi sa che avrei partorito un sasso.]
6) Formaggini e formaggi stagionati (pecorino, groviera, parmigiano), mozzarella vaccina
[No. No e no. Ma scusate eh! Con tutti i formaggi che esistono e che io non mangio, proprio quelli stagionati non posso gustare? Eh? Ma qua è peggio di una galera oh! Ma per chi m'avete preso!! Io voglio il mio pecorino, mi spetta. Eeeee... il mio provolone stravecchio. Ecco. Tzè.]
7) Mandorle, pistacchi, anacardi, noci, nocciole, arachidi, fichi secchi
[Addio Natale in famiglia.]
8) The, cacao, cioccolato fondente
[Ebbè mi sembra giusto. Eh si. Mi togli il formaggio stagionato, e mi togli pure il cioccolato fondente che è l'unico che mangio.]

Beh sai che ti dico? Va ffa ncu lo. VAA FFAA NCUU LO. Domani vado dal medico e vediamo se mi rincuora un po'. Altrimenti sarò costretta a dimagrire nella più completa tristezza.

dati prelevati da questo sito

mercoledì 17 ottobre 2007

desiderio impellente

Ieri sera in auto.

Lei: "Viene mio padre a cena stasera."
Lui: "Per vedere il nuovo computer?"
Lei: "Si, non vedo l'ora di sistemarlo nello studietto!"
Lui: "Ma visto che è anche un oggetto d'arredamento perché non lo metti... che so... in bella vista in salotto?"
Lei: "Certo, così ad ogni party rischia la vita, e peggio di peggio ogni giorno rischia di incrociare il tuo sguardo!!!"
Lui: "Era solo un'idea..."

Arriviamo a casa, nemmeno il tempo di entrare in camera da letto che lui comincia il lancio lettocassettiera.

Lui: "Mamma mia, che macello in questa stanza, mica puoi far vedere 'sto casino a tuo padre??? Fai una cosa, mentre tu metti a posto e prepari una bella cenetta io sposto il tuo pc e sistemo l'Imac."
Lei: "Tu cosa? Bello mio forse non ti è chiaro, stasera mangiamo una PIZZA, e la stanza l'hai messa a soqquadro tu. Quindi muovi il sederino e dammi una mano, altrimenti non ti faccio smanettare con il mio pargolo. Dòh!"
Lui: "Ah... pizza... mm... vabbè, c'ho provato."

Cosa dire... grazie Voltaren! M'hai fatto passare una magnifica serata!!

martedì 16 ottobre 2007

mi duole il popò

Ahi ahi. Sono appena sopravvissuta ad una siringa di Voltaren, un'esperienza unica trascorsa tra le mani piumate del portiere (non traete conclusioni sbagliate: è una donna!) del mio ufficio, stesa su un gelido tavolo in sala riunioni, con l'odore di alcool che mi ricordava tanto la mia infanzia costellata di pennicillina e di un infermiere che mi inseguiva fin sotto al letto per iniettarmela senza pietà. Ora in qualche modo dovrò pur coccolarmi, riempirmi di attenzioni, rendermi felice per aver sopportato questa acuminata puntura. E tu guarda un po' che culo? Proprio oggi, tra qualche ora, arriva finalmente il mio nuovo gioiello, un Apple Imac che aspetta solo di essere accudito entrando a far parte di una bella famiglia. Non avrebbe potuto scegliere altri che noi! Certo, l'ho ordinato io, ma non significa nulla. Dopotutto lo stiamo adottando per un tempo illimitato, spero che cresca bene e soprattutto che produca! Non vorrà mica restarsene in panciolle tutto il giorno come il grasso pc che sto sbattendo fuori di casa?? Ingombrante, pesante, brutto e scansafatiche che non è altro.
Aaaaah! Sono così elettrizzata! Non vedo l'ora di avere quel monitor tra le mani, lo accarezzerò, me lo bacerò, e gli sussurrerò di stare molto attento a lui, gli dirò che non farebbe altro che installare cazzate che potrebbero farlo ammalare, e gli renderò noto che ieri sera mi ha palesemente minacciato. Che meschinità, quanta gelosia verso i suoi beni... tzè! Non mi farà usare la fotocamera nuova se non gli farò usare l'Imac.

Lei: "Ah si? Ah davvero?? Eeeee... e allora ioooo...... beh, va bene, ma te lo faccio usare al massimo per navigare, e non per piantarci giochi imbecilli!"
Lui: "No, io ci voglio anche giocare, voglio vedere, voglio fare, voglio tutto!"
Lei: "Ma tu già ce l'hai un computer!! Che rompicoglioni che sei oh!"
Lui: "Tu però la fotocamera non ce l'hai, anzi ce l'hai ma fa schifo ahahah!"
Lei: "Vorrei ricordarti che me l'hai regalata tu..."
Lui: "Ah già."
Lei: "Allora? Accetti? Niente giochini? Niente operazioni peccaminose che possano ledere la mia nuova creatura? E mi fai usare la Canon??"
Lui: "Ggrrrrr eeee vabbè. Però domani il primo che ci mette le mani sopra sono io!"

Ah! Tanto tra un po' mi verrà consegnato qui in ufficio, nella sua scatola lucida. Lo tirerò fuori e... non penso proprio che resisterà alle mie coccole! Ah! Arriverà a stasera che sarà talmente saturo da rifiutare le avance di lui! Ah!

lunedì 15 ottobre 2007

10x10 cm

È sempre una forte emozione vederlo rientrare a casa la sera. Apre la porta, mi dà un bacio e si ritira nella stanza da letto. Ed è lì che avviene il misfatto. Si spoglia, fortunatamente appende giacca e pantalone nell'armadio, getta da qualche parte la camicia che talvolta la appallottola come si fa con le palle di neve, lancia le scarpe verso il balcone con annessi calzini, e incomincia ad abbandonare una serie infinita di monete, carte varie, occhiali da sole, occhiali da vista, scontrini, caramelle, schifezze di ogni genere, lassù, sulla cassettiera. Puntualmente ogni fine settimana arriva Santa Lei che rimette in sesto il macello lanciando imprecazioni a destra e a manca.
Natale 2006. Le aziende regalano gadget, che carine che sono, pensare ai propri clienti per riempirli di oggetti inutili. Lui riceve, tra le altre cianfrusaglie, uno svuotatasche. Quella sera tornò a casa più pimpante del solito.

Lui: "Amo guarda cosa mi hanno regalato!"
E inizia a cacciare cravatte, agende, calendari, penne, portapenne, svuotatasche e chi più ne ha più ne metta.
Lei: "Mm-mm."
Lui: "E guarda questo svuotatasche, è bellissimo!"
Lei: "Cazzo ci devi fare con uno svuotatasche quando hai la cassettiera intera!!"
Lui: "Ma non capisci?? Così terrò tutto in ordine! E quando svuoterò le tasche metterò tutto qua dentro!"
Lei: "In 10 centimetri per 10????"
Lui: "Certo, voglio essere ordinato, lo faccio per te!"
Lei: "Per me. (per me??????????)"
Lui: "Ok lo vado a mettere sulla cassettiera allora!! Grazie amò!!"

A capodanno lo svuotatasche scompare. Lo ritrovammo alla Befana sommerso da una marea di roba. Dunque, quant'è durato luichevolevaessereordinato? Un paio di giorni? Tre???
No perché stamattina cercava disperatamente il libretto degli assegni, e ha messo a soqquadro l'intera stanza da letto, per poi trovarlo nella tasca di una giacca. Manco il libretto c'entra più su quella cassettiera. Che tra un po' prendo 'sto benedetto svuotatasche e lo lancio a mo' di fresbee cercando di centrare la pattumiera. E dio solo sa se non ci riuscirò.

O forse, ora che ci penso, aspetterò i gadget del prossimo Natale, così farò un bel falò di tutte le carabattole che tenteranno di entrare a casa nostra. Ecco.

domenica 14 ottobre 2007

che palle

Una domenica in completa solitudine. Che mi sto facendo due palle così. Stamattina lui con la premura di un papà alla sua bimba malaticcia mi ha riempita di coccole, vista la notte di dolore che ho passato. Sono allo stremo delle forze, scocciata per i miei disturbi fisici, e rotta di coglioni perché il mio medico non ha un cellulare. Mi sa che domani gliene regalo uno con la tariffa You&Me, così può chiamarmi ad ogni evenienza.
Ma la favola della colazione a due è durata poco, perché lui oggi lavora. Fino a stasera tardi. Non so se rendo l'idea. Che due palle che strapalle che rottura di palle che palle palle palle. Pff.

venerdì 12 ottobre 2007

amo & odio, anzi... schifo.

La cara zietta m'ha fatto il dispetto. E ora mi tocca stendere un lenzuolo di parole, e poi toccherà a qualcun altro, e a qualcun altro ancora, fino a creare un'odiosa catena di sant'antonio, che mettere il povero santo maiuscolo mi sa tanto di offesa.
Bando alle ciance vah.

Amo in Italia
1. lui e la sua fossetta sul mento
2. tornare a casa sapendo che prima o poi lui arriverà
3. vederlo tornare a casa dopo una battuta di pesca felice come un barracuda nell'oceano
4. le soddisfazioni lavorative che lo rendono orgoglioso di sé stesso
5. scofanarmi con lui la parmigiana di melanzane!!!

Amo all'Estero
1. il decollo e l'atterraggio in aereo con le sue mani strette nelle mie
2. mangiare la lasagna a Stoccolma
3. scegliere sotto le coperte, in albergo, la meta da visitare quello stesso giorno
4. sentirlo parlare in un inglese alla Totò e Peppino e sganasciarmi dalle risate
5. fare shopping con lui che non lo vuole fare!!

Schifo in Italia (che brutta parola! diciamo pure "non sopporto", che suona meglio)
1. i sacchetti della spazzatura che lui fa vegetare per giorni nel bidone
2. le sue camicie da stirare, e infatti non le stiro
3. quando mi chiama la sera per dirmi che fa tardi per lavoro
4. quando mi promette di portarmi all'Ikea e poi non mi ci porta!!!
5. lui quando ha un banale mal di testa e sembra invece che stia in fin di vita

Schifo all'Estero (idem come sopra)
1. le riprese di lui con la videocamera, che sembra stia filmando con un terremoto in corso
2. le lunghe attese in aeroporto, ché intanto ho finito i soldi e non posso manco fare più shopping
3. i posti in cui lui è stato con le sue ex
4. il tragitto aeroporto-albergo, che io farei a piedi o con mezzi pubblici e invece lui puntualmente si fa fottere dal tassista.
5. entrare in una farmacia e spiegare in chissà che lingua che hai la cacarella

Beh? E allora? Che hai da ridire? Lo so bene che ho imbrogliato, e che il senso del meme non era questo, ma dì la verità... sono stata brava eh? E ora vediamo come se la cavano Simo e Fairy! Tiè!

giovedì 11 ottobre 2007

2+2=0

Non so fare più i calcoli. Cioè, li faccio ma li sbaglio.
Questa l'assurda rivelazione di stamattina alle 9, quando distesa su un lettino d'ospedale mi son fatta impiastricciare per bene con quel gel che fa tanto donnaindolceattesa quale non sono.

Dottore: "Signorina, reni e vescica sono a posto."
Lei: "Ehm... signora. Ma ne è certo??"
Dottore: "Certissimo, non c'è assolutamente nulla. È proprio sicura di aver cacciato dei calcoli?"
Lei: (ma no, erano verbi transitivi!) "Mamma, tira fuori lo scatolino dalla borsa vah..."
Dottore: "Beh ma questo è bello grande, solo che è trasparente."
Lei: "Dottore, ma quel sassolino è bianco!"
Dottore: "Di colore, ma in sostanza questi noi li chiamiamo trasparenti. Se pure nei suoi reni ci fosse renella dall'ecografia non si vedrebbe nulla."

E cazzo, mi sono svegliata all'alba, con la notte che brillava ancora; ho costretto lui a svegliarsi prima del gallo per accompagnarmi in auto tagliando la città; ho bevuto 2 litri d'acqua in mezz'ora che me la sento ancora nelle vene e... non ho niente??? No, scusi dottorino da strapazzo, e 'sto dolore con cui convivo da ormai due settimane che diavolo è??? Renella trasparente???? Tutte a me oh! Tutte a me vanno a capitare!!!

mercoledì 10 ottobre 2007

Un anno dopo...

Gentili Signori Lui e Lei,
siamo spiacenti di informarvi che non ce ne frega un cazzo se siete stati una merda al villaggio BIIP di Zanzibar. Non ce ne frega un cazzo se era il vostro viaggio di nozze. Non ce ne frega un cazzo se avete mangiato cibo scaduto e siete stati male. Non ce ne frega un cazzo se il medico di guardia al villaggio stava sempre a fumarsi canne. Non ce ne frega un cazzo se la stanza puzzava di muffa. Non ce ne frega un cazzo se per una settimana non avete avuto l'intrattenimento musicale. Non ce ne frega un cazzo se vi abbiamo rotto una valigia. Non ce ne frega un cazzo se il vostro condizionatore era un frigorifero senza telecomando. Nè tantomeno ce ne può fregare se per due settimane la boutique è stata chiusa e a lei, Signora Lei, è venuto inaspettatamente il ciclo e non aveva assorbenti. D'altronde saremo lieti di ospitarvi ancora, usufruendo del nostro buono sconto ottenuto con il vostro reclamo.

Buono sconto. Buono si, ma per comprarci solo un buon libro. Se n'andassero a fanculo loro e i loro villaggi.

lunedì 8 ottobre 2007

Le prime foto di illo

Io che leggo.
Io con gli occhi chiusi e il libro aperto.
Io che alzo lo guardo.
Io che guardo lui.
Io che arriccio il naso.
Io che apro la bocca.
Io con la mano alzata.
Io con le mani in testa.
Io con una smorfia.
Io con la mano sulla bocca.
Io con gli occhi al cielo.
Io con il dito medio alzato.

domenica 7 ottobre 2007

ritiro quanto detto poc'anzi

La sosta è durata meno del previsto. Poco più di 24 ore che un nuovo occhio digitale è entrato a far parte della nostra famiglia. So quanto lui preferisca la tecnologia a me, e la cosa mi sfrigola il cuore. Dovrò combattere nuovamente con la mia gelosia, almeno fino a quando gli passerà la smania da paparazzo.

sabato 6 ottobre 2007

E chi se l'aspettava!

Roma è sempre la stessa, non cambia mai. Il PdE era spettacolare nei suoi marmi e nelle opere che ospitava. Peccato che la permanenza sia durata solo 4 ore. Restando un minuto di più avremmo rischiato che il treno del ritorno ci abbandonasse su una banchina vuota.
Giunti in stazione verso le 20.30, in netto anticipo rispetto all'orario di partenza, ho timbrato il mio biglietto e l'ho restituito al mio collega, che ha custodito i nostri titoli di viaggio dall'inizio alla fine. Siamo andati a mangiare in un fast food un piatto di pasta, e a goderci gli ultimi attimi di sospiri romani. Una volta saliti sul treno ho chiesto al mio compagno quali fossero i posti. Prende la busta che conteneva i biglietti e... ce n'è solo uno! "Cazzo, e il mio biglietto dov'è?? Dove l'hai messo??? L'ho timbrato e te l'ho dato, dov'è!!!!!!???" S'è spogliato che le signore in carrozza si coprivano gli occhi dallo sconcerto, mancava poco che lui cercasse anche nelle mutande. Beh, in sostanza, ha perso il mio biglietto. "E ora come si fa? Chi la paga la multa??" Si fa che si fa una grande figura di merda con i vicini di seduta e con il controllore, e che i soldi in qualche modo li dobbiamo racimolare. Splendido. Aspettiamo la nostra ora.

Poco dopo si avvicina una ragazza bionda sulla trentina, con un berretto verde in testa e la divisa in tinta. Alla grande, pure donna è. Questa ci lapida.
Mostriamo il biglietto elettronico superstite, un foglio di carta tutto stropicciato, e lei non appena lo vede inizia un monologo inaspettato. Non le funzionava la stampante portatile (?) quindi non poteva farci la ricevuta. In sostanza. Perché in pratica avrà parlato a ruota libera 5 minuti netti senza che noi potessimo dire A.

Controllora: "[...] e quindi se avete bisogno della ricevuta dovete andare dal capotreno e farvela fare, ma se non ci sono problemi per me siete a posto."
Collega: "Noooo nooo no non ci serve assolutamente la ricevuta!! Possiamo farne a meno, non si preoccupi!"
Controllora: "Perfetto, allora proseguo. Buon viaggio."

Mentre io e lui ci guardiamo sottecchi i nostri muscoli facciali si contraggono. Stiamo per scoppiare a ridere mentre la signorina in verde ci dà le spalle per controllare i biglietti dei viaggiatori di fronte a noi. Ma non passa un secondo che girandosi di scatto ci fa quasi venire un infarto.

Controllora: "Però vorrei controllare il numero del treno sul vostro biglietto."
Collega: (grondando di sudore) "Ma certo, ecco a lei."
...
...
Controllora: "Benissimo, è il treno giusto. Buon proseguimento!"

Dio ci è andata di culo! Abbiamo perso il biglietto e questa qui manco s'è accorta che quello del collega era per una sola persona! Questo viaggio rimarrà nella storia. Tav Roma-Napoli, si può dire, praticamente gratis. Io adoro i controllori donna. Viva i controllori donna. Si.

Lui in tutto ciò mi aspettava alla stazione. Non appena sono salita in macchina gli ho posto la fatidica domanda, ossia se avesse comprato o meno la macchina fotografica.
Ha superato sé stesso, non c'è che dire: non ha comprato nulla! Ed è partito un Inno alla Gioia del Portafoglio, che avrà un po' di respiro almeno per un'altra settimana. Si spera.

venerdì 5 ottobre 2007

un venerdì romano

Arrivo al lavoro stremata, dopo ore di travaglio in attesa di un bus o di un treno o di un qualsiasi mezzo che mi porti a destinazione. Nondimeno stamattina, ch'è stata una tragedia. Ho desiderato un aliante con tutte le mie forze, o una leonardesca macchina volante, un unicorno, una scopa da vecchia strega bacucca, o qualsiasi cosa che prendesse il volo senza rimanere bloccato nel traffico o su un dannato binario. Inutile dire che anche oggi nessuno dei miei desideri è stato esaudito. Vabbè.

Oggi pomeriggio parto in treno con un collega, rivedrò lo splendido Palazzo delle Esposizioni a Roma alla sua inaugurazione dopo diversi anni di chiusura per lavori di restauro. Ho con me una borsa contenente tutto il necessario per un cambio d'abito prima della partenza, visto che non posso presentarmi sciatta come lo specchio mi ha appena detto di vedermi. Indosserò tra l'altro un pantalone verde, d'un verde che va nel grigio, un verde scacatissimo, smorto, anonimo. Colpa di quei bastardi di pantaloni neri ieri sera. Ho litigato con loro (ed erano in tre!), con il mio girovita, con il mio culo e la mia odiosa bilancia. Stronza. Sempre a dirmi che "gne gne gne sei ingrassata bella mia". Ho trascorso (perso) un'ora della mia vita davanti alla cabina armadio, che ormai ha preso le sembianze di un mercatino dell'usato. Panni appallottolati in ogni dove, panni da stirare, panni da appendere, panni da piegare. Dopo aver provato l'impossibile (dai tre pantaloni girovitacinquantacinque, a vestitini e gonne e a qualsiasi cosa mi scendesse addosso senza segnarmi con una bella X rossa i miei punti critici) la scelta è caduta sull'unico pantalone che probabilmente comprai anni fa in uno di quei giorni in cui:
1. la pancia è gonfia come un canotto
2. si è reduci da pranzi luculliani
3. stanno per arrivare le mestruazioni!
Perché sul momento mi calzò a pennello, ma una volta giunto nel mio armadio mi calzò largo. Mai messo, se non oggi.
Dovrò ricordarmi di comprare i cerotti prima di arrivare in stazione, perché le scarpe che ho intenzione di indossare a lungo andare (10 min. ca.) fanno uscire le bolle sul tallone (e a questo punto mi chiedo perché non ho mai visto un uomo con le bolle sul tallone, mentre di donne uuuh! tallone, caviglia, dita dei piedi... altro che donne, bolle ambulanti piuttosto), e non penso manco lontanamente di passare la serata tra opere di Rothko e Ceroli sapendo che Kubrick se la sta ridendo dalla sua odissea nello spazio, osservando una poveraccia che tenta in tutti i modi di non far combaciare tallone del piede con il retro della scarpa, pena bolla d'acqua da schiattare una volta in treno. No-no. Non ci penso proprio.

Il lato davvero davvero tragico di tutta questa faccenda è lui. Quando gli ho dato la notizia della mia partenza ha iniziato a lamentarsi.
"...E però..."
"...E uffà..."
"...E ma non era obbligatorio..."
"...E mo io che faccio..."
Roba del genere, giusto per tenermi su il morale. Che poi nemmeno passa mezz'ora, che mi chiama.

Lui: "Allora a che ora torni?"
Lei: "Per le 23 e qualcosa dovrei arrivare, mi vieni a prendere?"
Lui: "Certo che ti vengo a prendere!"
Lei: "Amo però mi dispiace che ti dispiace..."
Lui: "Vabbè tanto mi sono organizzato!"
Lei: "Davvero? Dai! Con chi esci?"
Lui: "Con un amico."
Lei: "Mmm... e dove andate?"
Lui: "..."
Lei: "Eh?"
Lui: "Da Satuuuuurn!!!"
Lei: "Sei unico." (leggasi Hai rotto, tu, Saturn e la macchina fotografica dei miei stivali)

Da stasera a casa saremo in tre. Anzi cinque. Due occhi io, due occhi lui, un occhio la stramaledettissima Nikon. O Canon? Boh.

martedì 2 ottobre 2007

dannata splendida serata

Ieri m'ero messa l'anima in pace: avrei passato la serata a casa da sola e cenato con una squallida tovaglietta all'americana come compagna. Lui era ad una cena di lavoro e avrebbe fatto tardi, che macropalle. Così invece di darla vinta alla noia ho chiamato le mie due care amiche di merenda e le ho invitate a farmi compagnia. E non l'avessi mai fatto... ho cucinato per loro un paio di delizie, che hanno dato il colpo di grazia al mio corpo stremato dagli ultimi pasti luculliani. Ziti spezzati allo scarpariello, peperonata di pollo, mozzarella di bufala e prosciutto crudo. E vino a volontà, ovviamente. Siamo state da dio, perse in un chiacchiericcio frivolo, tra scarpetta col pane in quel sughetto che poteva andare dinanzi a un re, e musica d'ogni tempo e luogo, a ricordarci le nostre avventure da single. Devo ammetterlo, ci ho dato dentro col cibo. Il risultato è stato una notte insonne, passata nel gabinetto, con un bruciore che manco il fuoco avrebbe reso così forte. E verso le 5 è arrivata la notizia della formazione di diverse concrezioni solide di sali minerali barra materiale organico, in un condotto anatomico del mio corpicino. Merda, ho i calcoli.


......................... Ziti spezzati allo scarpariello .........................

Dosi per 2/3 persone:
250 gr. ziti spezzati
1 barattolo di polpa di pomodoro
3 spicchi d'aglio
tantissimo pecorino
tantissimo parmigiano
10/15 foglie di basilico
sale, olio e.v.o., peperoncino


Metti a bollire l'acqua per la pasta, e nel mentre in una padella larga versa 3/4 d'olio (usa un bicchiere di carta come dosatore). Soffiggi gli spicchi d'aglio tagliati a metà. Una volta dorati aggiungi la polpa di pomodoro, il basilico spezzettato, il sale e il peperoncino. Cuoci a fiamma alta per una decina di minuti. Cola la pasta, dopo averne salato l'acqua. A fine cottura scolala con cura e versala nella padella con il sugo, aggiungi pecorino e parmigiano in abbondanza e fai saltare il tutto per qualche secondo, mescolando per bene. Buon appetito!