lunedì 30 luglio 2007

estate fuori porta

Il mio stipendio sta per mandarmi a fanculo. Arrivo allo sportello bancomat che come mi vede si mette in sciopero.
"Prelievo fuori servizio, vuoi effettuare un'altra operazione?".
"Disponibilità insufficiente. Ritirare la carta".
Sono sere e sere che orma io e lui usciamo e mangiamo fuori. O meglio... giovedì cena a casa nostra a base di pesce; venerdi grazie al dio della stanchezza siamo rimasti cadaveri sul divano senza mettere il naso fuori dalla finestra; sabato sera cena con due amici al Convento dei Cappuccini (che di convento aveva solo un esercito di gatti affamati... ci mancava solo San Francesco e l'uccellino ciappa ciappa), e poi a bere un drink; domenica stessa scena, a cena con amici per un panino e una birretta gelata, una certa Kilkenny. Mai sentita nominare, ma pare sia la birra più buona al mondo. E a me, guarda un po', non è piaciuta. Stasera, ovviamente, non potevamo mica rimanercene buoni buoni a casa... Che so... a fare una lavatrice, o a leggere un libro, o a stravaccarsi in poltrona a vedere un film... no. Si uscirà ancora, per un'altra cena. E giovedì ancora un'altra. Venerdì invece mando tutti a quel paese, me compresa. Ci arriverò con un passaggio in auto del mio dolce marito, e finalmente, sarò al mare.
Ah. Che vita difficile.

oh mamma.

Sciagure di ogni genere si stanno abbattendo su di me. Sto rischiando la pelle da tre giorni a questa parte, uscendone sempre incolume. Che diavolo sta succedendo? E' come se tutta la mia sbadataggine finora tenuta a bada alla perfezione stesse dando il peggio di sè. Mi sta succedendo di tutto.
Sabato sera, ho fatto volare una cozza che ha percorso la strada occhio/tette/gambe. Inutile dire che era piena di olio e pomodoro, faceva parte di una portata di linguine ai frutti di mare, e che il mio vestito sarà macchiato indelebilmente a vita.
Sabato sera, ho fatto rovesciare la mia capiroska alla fragola, su tutto il tavolino di vimini del baretto e sulla mia borsa. Ho trovato fragole anche il giorno dopo, nella bacinella dove l'ho lavata con cura e minuzia.
Sabato sera, ho fatto rovesciare un altro bicchiere, sul tavolo di casa. Fortunatamente vuoto. Fortunatamente di plastica.
Domenica, sono stata travolta dai libri di una mensola che stava stile tienimichetitengo.
E stamattina, appena arrivata in ufficio, ho rotto il vetro di una finestra. Completamente rotto.
Ho bisogno di un prete frocio perfavore. E di una vacanza.

sabato 28 luglio 2007

dolce far niente

Svegliarsi senza trilli nell'aria, con il sole che già riscalda le persiane, e girarsi e rigirarsi nel letto, alla ricerca di un angolo di lenzuolo che non sia impregnato del sudore di una calda notte, e sgranocchiare insieme schifezze a colazione, e lavarsi senza fretta, lasciando che l'acqua ghiacciata penetri a fondo nella pelle fino quasi a rigenerarti le vene, e spalancare tutte le finestre a far muovere la stoffa leggera di quelle tende ancora da cucire, e sentire che fuori c'è vento e vento, e accorgerti sorridendo che le creature verdi sono lì accaldate ma vive, e raccogliere stracci sporchi sparsi dappertutto per centrifugarli in lavatrice e farli tornare al colore d'origine, e vestirsi di poco senza aggiunta di profumo, e aspettarti mentre torni dalla spesa, che ti chiedo 2 cose e ne porti 24, e risentire quei vecchi profumi di melanzane al forno, da spellare, da condire, da gustare, e battere due fettine di carne che non ti sembra tenera ma che invece è un velo che quasi si scioglie in bocca, e bere vino, e fumare quella sigaretta ammirando il fumo e le sue forme nell'aria, e rimettersi a letto - lenzuola gialle oro sole - a sognare ancora un po'.

venerdì 27 luglio 2007

the day after

Ho mangiato una banana stamattina, provvidenzialmente acquistata ieri dal mio fruttivendolo di fiducia, seguendo il consiglio dello zio dell'amica laureata. Come per magia tutto l'alcool che navigava ancora nel mio corpo, stanco e sfatto da una notte calda e umida, si è dileguato. E con esso il cerchio alla testa classico del day after. Credo che comprerò banane per il resto dei miei giorni, farò crescere una piantagione sul balcone di casa, ci saranno banane per tutto il paese. Da regalare ai vicini, al tabaccaio, al panettiere, a lui per il compleanno. Alla mia amica che si è appena comprata la moto regalerò un bel casco, di banane. Al pescivendolo invece il casco glielo darò in testa per avermi fatto spendere tutti quei soldi. Mi ha venduto pesce congelato, e ovviamente così l'ha pesato. Per cui i 2 kg di calamari che abbiamo mangiato, in realtà me li ha fatti pagare come fossero 5 kg. Lo sapevo che in un modo o nell'altro mi avrebbe fregato. L'unica cosa che mi consola è che erano davvero buoni. Cotti alla brace da lui poi... che stava quasi perdendo un dito durante le operazioni di aggiunta carbonella. Ha avuto la pessima idea di spostare un mattone caldo quanto un ferro da stiro alla sua massima temperatura con le mani. Ed è da ieri sera che fa il moribondo con il pollice alzato a farmi vedere l'enorme bolla d'acqua che si è formata. Come direbbe mia nonna... Pasqualino Passaguai.

giovedì 26 luglio 2007

il pescivendolo imbroglione (o no?)

Mi sento come fossi su un baratro, pronta per cadere giù, laddove si sono schiantate tutte le persone prese per i fondelli. Ieri sera, al rientro a casa, sono passata in pescheria, in una nuova pescheria. O meglio, è lì da più di un anno, ma non ero mai venuta a conoscenza della sua esistenza. E così, poiché stasera c'è una piccola cenetta tra amici a casa nostra, ho dovuto prenotare del pesce. Calamari e gamberi. Il pescivendolo è un uomo dal linguaggio molto colorito, pieno di sonorità e licenze poetiche. Mi son dovuta adattare, inscenando un teatrino che sembrava non avere mai fine. Mi ha fatto vedere la cella dove aveva il pesce congelato: da uno scatolo ha preso dei calamari da tg1. Enormi, saranno stati lunghi 50 cm. Spero sia valsa a qualcosa la mia insistenza, nel dirgli che un calamaro del genere, per una sola persona, era come dire... un elefante per una giraffa. Trovata finalmente la dimensione giusta, che non scontentasse né il palato né l'intestino, ci siamo accordati sulla quantità. Quando gli ho chiesto il prezzo di 1 kg di gamberi e 8 calamari quasigiganti, il pescivendolo ha glissato, dicendomi che non avrei dovuto preoccuparmi perché mi avrebbe fatto pagare quanto ad un ristoratore.
Ora, sto iniziando a tremare. Ho paura che (1) si sia dimenticato di mettermi da parte il pesce, (2) che non basteranno i soldi che ho in tasca, (3) che il pesce non sarà buono, (4) che mi rifilerà dei calamari congelati quando in realtà glieli ho ordinati freschi. Oh mamma che fissazione che m'è venuta. Spero che almeno il vino che porterà lui sarà ottimo, almeno i commensali avranno di che gradire.

i piromani involontari

Siete dei grandissimi coglioni. Dico a voi, fumatori incalliti. Proprio come me (sempre se fumando 10 sigarette al giorno circa rientro nella categoria). Ho avuto modo di vedere cos'è successo in questi giorni, fuoco e fiamme stanno devastando mezza penisola. E mi sono messa a pensare, divagare sull'argomento piromania. E' mai possibile che esistono deficienti che per il puro gusto di sentirsi importanti - "toh, guarda che goduria, mi mandano al tg" - appiccano il fuoco senza valutare le effettive conseguenze devastanti per l'ambiente e per l'uomo? A quanto pare si, esistono, e sono pure in tanti. Mi vien da pensare alle fiamme dell'inferno. E mi vien da credere che è lì che dovrebbero bruciare i piromani. Ma, attenzione. Sono convinta che esista anche un'altra percentuale (altissima a mio avviso) di piromani involontari, ossia fumatori incalliti che nei loro viaggi in autostrada o statale che sia, dopo l'ultimo tiro di sigaretta - ormai ridotta all'osso, con quel filtro marrone di catrame - sfilano la mano fuori dal finestrino e lanciano il mozzicone all'indietro. Come dicevo, mi rivolgo a voi, a voi dementi che non usate il cervello. Che per ignoranza appiccate incendi senza saperlo. Che rovinate la vita a chi scappa da casa perché le fiamme se la stanno divorando. Che riducete a un mucchio di cenere una collina dipinta di verde speranza. Speranza che brucia, per una cazzo di sigaretta.

Io e lui fumiamo in macchina.
Proprio come voi. Ma facciamo la differenza, in questo caso.
Perché prima di salire in auto portiamo con noi uno scatolino di metallo o una piccola bottiglia con un po' d'acqua. E una volta terminata la sigaretta è lì che la spegnamo. Al massimo la lanciamo fuori dal finestrino DOPO averla spenta, o dopo esserci assicurati che non ci sia vegetazione nei dintorni.
Sono convinta, che così facendo, abbiamo salvato e salveremo delle vite umane e dei boschi.
Vi prego... fatelo anche voi.

mercoledì 25 luglio 2007

dannate utenze domestiche

Ieri sera ho ceduto. L'ho dovuto fare. Ho mangiato una pizza, e non una qualsiasi, bensì una 4 stagioni. Il che significa quattrospicchi-quattrogustidiversi: margherita, funghetti, prosciutto cotto, salame. Ma quant'era buona... al diavolo la dieta per una sera! Soprattutto considerando lo stress al quale siamo sottoposti da un paio di giorni a questa parte: sistemata la questione con l'operatore telefonico ora siamo in lotta con il fornitore di energia elettrica, l'Enel. Sono due giorni ormai che torno la sera a casa e alle 20 circa la corrente viene staccata a una piccolissima zona del mio quartiere. Ma mentre lunedi il black-out è durato mezz'ora, ieri sera è durato tre ore e mezza. La cosa assurda è che chiamando il numero verde per la segnalazione guasti, una volta fornito il codice di avviamento postale, la voce suadente di una donna, opportunamente registrata, rispondeva che per errori tecnici non era possibile effettuare la segnalazione. Ora, mi chiedo che fine devo far fare ai panni che ho da lavare, che stanno crescendo in maniera smisurata. Il terrore che vada via ancora la corrente mi tormenta. Immagino la lavatrice che impazzisce una volta riaccesa, e che inizia a perdere acqua e perché no... a macchiarmi tutti i vestiti che intanto saranno rimasti in ammollo per tempo indefinito. Stasera addirittura viene il fratello di lui a cena. Spero che non si faccia problemi se accendo qualche candela a smorzare il buio, che non senta molto caldo, e soprattutto che abbia la fortuna di trovare a tavola un piatto caldo (ora che ci penso, freddo andrebbe meglio, ma se il frigo non funziona perché manca la corrente, non è che ci resti molto da fare). Quasi quasi propongo a lui di mangiare fuori, in modo tale da bypassare il problema. Però un altro si ripresenta: la dieta. Altra uscita, altra pizza, altri chili.
Chiederò il rimborso all'Enel.

martedì 24 luglio 2007

ciao...

Beh, non c'entra nulla con me e lui, assolutamente nulla. Se non per il fatto che dopo aver ricevuto un paio di notizie così, ci abbracciamo stretti stretti, nella consapevolezza che quell'abbraccio non potrà durare per sempre.
Sabato mattina ho ricevuto una telefonata che ha lasciato di stucco me, lui e i nostri denti, che si sono chiusi in una morsa tenace, quasi a volersi far male. Marcello ci ha lasciati, una persona splendida, un dentista bravissimo e giovane come pochi. Col sorriso sempre sulle labbra e la maestria nelle mani. Ho passato due anni a vederlo quasi cinque volte al mese. Ed ora... non posso far altro che ricordarlo, stringendo forte la mano di mio marito nella mia. Oggi un'altra notizia, funesta come la prima. Un nostro amico ha perso il papà. Posso solo lontanamente capire cosa si prova... e più ci penso più mi vien voglia di urlare, di aggrapparmi a chi amo, di vivere ogni millesimo di secondo come se il mio tempo dovesse fermarsi di lì a poco. Tutto qua, e perdonate una lacrima.

giocare prima di dormire

Sono passati i tempi bui, quelli in cui addormentarsi era diventata un'impresa ardua a causa del petulante russare di lui. Grazie a dio, o meglio, ai tecnici del nostro operatore telefonico, l'adsl funziona di nuovo. Lui riprenderà la sua normale attività ludica on-line prima di addormentarsi, cosicché io possa abbandonarmi nelle braccia di Morfeo con largo anticipo, perdendo del tutto il senso dell'udito prima che lui spenga il computer e accenda il suo russare. Stanotte ho avuto un piccolo assaggio delle mie prossime beate dormite, devo dire che m'è andata di lusso.

lunedì 23 luglio 2007

è successo l'insuccessibile - III puntata

Il problema, udite udite, è risolto. Ciò significa che a lui toccherà rileggersi a ritroso più di due settimane di post. Direi che è rimasto un po' indietro.
Per il resto starò attenta alla bolletta che mi arriverà prossimamente, controllando che la persona a cui era stato affibbiato il mio numero fisso non abbia fatto telefonate intercontinentali a qualche 199, con la speranza che gli rispondesse la stessa prorompente donna dei suoi sogni in notturna.

festa di laurea

Sabato sera, ad una festa di laurea, ho imparato due cose dallo zio della festeggiata.

1. La cottura del polipo
Ho assaggiato il polipo all'insalata cucinato dalla mamma della mia amica fresca fresca di laurea. Era tenerissimo, che quasi si scioglieva in bocca. Così sono andata da lei a chiederle dove l'avesse comprato. Peccato che la pescheria fosse lontanissima da casa mia. Lo zio si è inserito nella chiacchierata, spiegandomi come cucinare il polipo senza farlo indurire: una volta acquistato, pulirlo e metterlo nel freezer per due/tre giorni. Dopodiché bollirlo nell'acqua, come sempre, aggiungendo un tappo di sughero. Questo raccoglie tutta la schiuma del polpo, evitando che penetri nei tentacoli rendendoli duri. Sia il freezer che il sughero aiutano il polpo a diventare tenerissimo... Saperlo prima no??

2. Come rendere piacevole il post sbornia
Al mattino, quando hai quel cerchio alla testa che ti distrugge la salute, e quel sapore amarostico in bocca, basta mangiare una banana. E come per magia, pare che passi tutto. Saperlo prima no????

Sempre sabato sera, è successa una cosa degna di nota.
Lui era lì, su una sedia, bicchiere pieno di vino in una mano, e piatto pieno di parmigiana di melanzane nell'altra. E' stato un attimo, un istante solo, e non era più seduto accanto a me, ma steso col culo a terra. La sedia ha ceduto, spaccandosi letteralmente a metà. Lui è stato talmente bravo da non rovesciarsi nè il vino nè il contenuto del piatto addosso. In compenso ha distrutto una pianta grassa, sotto l'occhio languido del famigerato zio, che seguiva l'azione in silenzio, da un angolino del terrazzo. Penso che avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani. Anche quando ho versato la coca cola a terra. E quando lui ha versato il vino a terra. E quando la fiaccola proprio nella pianta dietro di noi ha preso fuoco (daccordo che eravamo nei paraggi, ma non c'entriamo nulla eh!). Per ringraziare lo zio di non aver commesso omicidi, mi sono esibita, accompagnandolo, in una performance neomelodica molto colorita. Le casse diffondevano la voce di Maria Nazionale, ed io verrò ricordata come "quella ubriacona che cantava Scema io te voglio bene". Mitica.

il geco

Lo so che i gechi portano fortuna e che portano soldi. Ma non me ne frega un cavolo. A me fanno schifo, soprattutto quelli giganti e pieni di pustole (si vabbè, non sono pustole ma tali sembrano), come quello che è appena entrato dal finestrino della mia stanzaaaaaaaaaaaaa. Aiutoooooooooooooooooooooooo! Scappo, scusate mi fa troppo ribrezzo. S'è pure andato a ficcare in mezzo ai cartoncini. Chi lo becca più! Tra poco me lo trovo sul monitor, 20 centimetri di geco. Mi allontano per un po' dalla mia postazione, che è meglio.

una notte di tango argentino

Fondo rosso porpora. Tre violiniste, una contrabbassista, la fisarmonica, la chitarra, il pianoforte e una voce calda. E' stato un concerto memorabile. Chi potrà mai dimenticare quella coppia davanti a noi, che mangiava patatine fritte fredde e nel mentre si baciava col risucchio? Due polipi, anzi un polipo e una piovra. Avvinghiati a strusciarsi col sudore che brillava sotto le luci del palco, immersi in baci che duravano ore, e in abbracci che non li lasciavano respirare. E chi dimenticherà mai quella ragazza con il fischietto proprio dietro di me? Che seduta accanto a Carlo Buccirosso si sentiva forte e libera di importunare anche l'aria, nonché di distruggermi un timpano, se non due? Io no di certo. Non dimenticherò nulla di quella sera. Soprattutto quando lui mi ha proposto di iscriverci a un corso di salsa, ispirato dalla musica caliente. "Scè... questa non è salsa, è tango". "Si, vabbè fa lo stesso, allora salsa e tango. Ci iscriviamo?". Mah. Boh. Che sia ammattito sotto il fischio continuo della donna buccirossiana?

è successo l'insuccessibile - II puntata

Avevo ragione. Mi avevano preso per pazza, senza effettuare la segnalazione ai tecnici. Sabato ha richiamato lui il servizio clienti, evidentemente il rapporto telefonico uomo-donna funziona meglio di quello donna-donna. Ora si che hanno capito il nostro problema.

venerdì 20 luglio 2007

domenica ventidue

Lui ha cambiato idea. Domenica non andrà in pista, me l'ha detto con nonchalance ieri, mentre si rinfrescava sotto la doccia. "Ci ho pensato, a me non va di andare in pista, ma tu mica vai al mare?". Ecco, questa è una delle rarissime volte in cui mi ha dimostrato un minimo di gelosia. Il che mi fa molto piacere. Evidentemente avrà pensato a quanti energumeni fastidiosi ci siano sulle spiagge assolate, e avrà immaginato per una volta che qualcuno potesse portarmi via. Bell'amore mio, ma io ti adoro... ti faccio contento e al mare non ci vado, preferisco passare la giornata con te e il GP in tv. [E vissero tutti felici e contenti]

la revancha del tango

E stasera nemmeno si cucina. Ancora stelle, musica, e il fresco della notte. Io e lui andiamo al concerto dei Gotan Project con una coppia di amici! Non sto più nella pelle... per cortesia qualcuno mandasse avanti le lancette dell'orologio mondiale, grazie.

vera

Che magia. Ieri ho passato una splendida serata, con lui e due amiche, ad una festa privata. Tra tammurriate, stelle e degustazioni. Dulcis in fundo, Sal Da Vinci sul palco. Non nascondo che sono sempre stata un po' scettica nei suoi confronti. Non pensavo avesse una voce così calda, elastica e quel fascino che ti prende a tal punto da farti dimenticare i pensieri. Lo ricordavo per qualche canzone di Scugnizzi (spettacolo teatrale), certo, ma la mia memoria era fortissima solo nel ricordarmi Vera, una delle sue prime canzoni. La presentò al Festival Italiano nel '94, vincendolo, e dio mio... quando l'ha cantata mi sono scese le lacrime. Nascondevo gli occhi tra i capelli, per tenerli lontani da sguardi indiscreti. Il cuore quasi mi impazziva in petto. Sentirla mi ha portato indietro nel tempo, a quando registravo le musicassette con i brani mandati alla radio. E immancabilmente c'era Vera, una delle canzoni che ascoltavo con più piacere quando io e lui eravamo dei piccoli innamorati. E oggi, dopo esserci persi per tanti anni, siamo di nuovo qui, insieme. Ditemi che non sa di magia tutto ciò.

è successo l'insuccessibile

Ore 19.10
Squilla il mio cellulare.

"Pronto?"
"Ciao ciccia, sono Paola".
"Uè Paolè ciao!"
"Ma sei a casa? Perché non rispondi al telefono fisso?"
"Pà secondo me hai sbagliato numero, perché qui non ha squillato proprio un tubo".
"Mah, strano, io il tuo numero ce l'ho in memoria".
"E allora riprova. Magari è il telefono che non squilla, si sarà rotta la suoneria??"
"Ok, ti richiamo. Se non dovesse squillare, tra 10 secondi alza lo stesso la cornetta per vedere se mi senti".

Passano 10 secondi... alzo la cornetta... tuuuuu-tutuuuuuu-tutuuuuuu-tutuuuuuu. Il telefono è libero. Compongo il numero del mio cellulare, faccio squillare due volte e chiudo. Lo prendo, lo apro, guardo il display e... oh cazzo... ma che è sto numero???


Sono 10 giorni circa che non funziona l'adsl a casa, pensavamo fosse il router che peraltro pareva non dare più segni di vita. Così tra una richiesta di assistenza al nostro operatore telefonico, e un'altra, a lui viene l'idea di comprare un nuovo router. E quindi, disinstalla il vecchio, installa il nuovo, configura il tutto, e la connessione non va. Niente da fare. E a nulla sono valse le nostre richieste d'aiuto, ovviamente. Perché il problema l'abbiamo capito solo ieri, grazie a Paola. In pratica è come se ora avessimo un altro numero di telefono di chissà quale poveraccio, che a sua volta si è ritrovato con il nostro. Tutte le chiamate effettuate da dieci giorni a questa parte le abbiamo fatte dal suo telefono, e viceversa. Presa dal panico, immaginando che il signore in questione fosse un patito degli 199, chiamo il servizio clienti, e spiego il tutto animatamente. Credo che l'operatrice mi abbia preso per matta: "Salve, chiamo da un numero che non è il mio ma chiamo dal mio telefono".
In ogni caso, mi ha assicurato che nel giro di due giorni qualche tecnico si sarebbe fatto vivo. Lo spero con tutte le mie forze. Sia mai che venissero a prendermi con una camicia di forza per rinchiudermi in un manicomio.

giovedì 19 luglio 2007

io uccido...

Finalmente ho finito di leggere il mattone di Faletti rossonero, Io uccido. Non ne potevo più. Sono arrivata alle ultime cento pagine, e ho iniziato a saltare i righi per leggere direttamente i dialoghi. Volevo sapere solo come terminava il romanzo, nulla di più. E ce l'ho fatta. Dio che cosa estenuante, le descrizioni degli ambienti e dei personaggi extralarge. Lunghissime. Per dire che un tizio x ha dato una coltellata a un tizio y ci son volute quattro pagine e mezz'ora del mio sudore.
La cosa tragica è che quando ho comprato questo libro, due domeniche fa in un autogrill, ne ho comprato anche un altro, sempre falettiano (o falettesco? bah). Il dilemma è... lo leggo? O non lo leggo? Lo regalo? O lo propino a lui decantandoglielo?

donne, unitevi

Lui domenica avrà da fare. Si è organizzato con un mio collega (che tra poco non sarà più nemmeno un uomo, ci penso io) per far scarrozzare un po' le macchine a scoppio. Dunque la mia proposta alle mie amiche è chiarissima: tutte a mare!!!
Il costumino e l'asciugamano sono a casa che fremono nel cassettone. La crema protettiva non mi servirà. Mi voglio fare nera nera, e le premesse ci sono tutte, visto che son già color nocciolina. Purtroppo ho già ricevuto qualche disdetta, per cui, a mare, ci vado, sola. Quasi quasi mi vien voglia di piangere. Male che vada andrò anch'io in pista, mi porterò un libro, una bottiglia di super alcolico, due pacchetti di sigarette, e buonanotte ai suonatori.

mercoledì 18 luglio 2007

ma fatevi i fatti vostri

Perché? Se una donna con qualche (dico qualche, 5 kg possono bastare) chilo di troppo si mette a dieta le si rompono i maroni? Perché? Se quella donna dice "Oggi mangio un'insalata per pranzo" si sente rispondere "Che cazzo ti sei messa a fare a dieta?". Perché? Se quella donna dice che non entra in un paio di pantaloni nessuno le crede? Perché? Una collega di quella donna le guarda il culo non appena può? Perché? Poi la collega le dice "Ma guarda che hai un culo stupendo?" Perché?? Se quel giorno la donna ha messo un abito monacale che scende dritto senza far percepire nessun tipo di forma?
Perché??? Se quella donna sa che CE LI HA i chili di troppo deve sentirsi dire che non è vero? Ma che cazzo ne sapete dei miei chili della mia bilancia della mia cellulite delle mie smagliature? Niente. Praticamente niente. L'unico che potrebbe avere il diritto e le conoscenze per commentare la mia silhouette è lui, che infatti periodicamente dice la sua: "Amo forse dovresti fare un po' di movimento". Ed è lì che so di aver sposato l'uomo giusto. L'uomo che mi dice le cose così come stanno, e non s'offende se gliele dico anch'io: "Tu non parlare proprio, guarda che panza che tieni".

il calamaro

Mi aveva detto che sarebbe tornato per le 21. Alle 22 ero ancora sola con il mio libro. Quando finalmente mi decido. Avevo lo stomaco che brontolava da ore, così presa dalla disperazione ho aperto il frigo e ho affondato un cucchiaio nel polipo all'insalata, precedentemente preparato. Mentre sto per gustare il mio delizioso antipastino sento le chiavi nella toppa. "Sia lodato il cielo, lui è tornato a casa". In due secondi ho apparecchiato la tavola e in cinque minuti abbiamo finito di cenare. Niente brace, ma calamari alla piastra. Che se devo dirla tutta non erano nemmeno questo granché. Ma è mai possibile che è diventato così difficile trovare un buon pescivendolo?

martedì 17 luglio 2007

la telefonata che più mi fa incazzare

"Scè torno tardi."
E grazie tante. Me lo mangio io il tuo calamaro. E sai che c'è di nuovo? Che stasera imparerò da sola ad accendere la brace. Ecco.

la pescheria

La mia ora d'aria si è ridotta a mezz'ora. Fa talmente caldo per strada che ti squagli come un pupazzo di neve sotto il sole. Ma prima di tornare in ufficio sono passata dal pescivendolo. Non vi dico i pesci, nel più completo rincoglionimento sotto centinaia di cubetti di ghiaccio. Non bastava che morissero. Pure ibernati dovevano finire. E ho acquistato due calamari e un polipo.
Ho intenzione di mettermi a dieta, cercando di non morire di fame. E ho iniziato proprio a pranzo, gustando una delicata insalatina mista. Lattughino, un paio di fettine di pomodori, qualche chicco di mais e, immancabile, la cipolla. Fino a stasera si farà altissima la percentuale di probabilità che sia qualche mio collega, sia io, stramazziamo al suolo, ma terrò duro. Berrò litri d'acqua, così il mio stomaco non avrà il tempo di sentirsi solo. E non aprirò bocca per evitare svenimenti improvvisi di titolari e vicini di banco.
Riuscirò ad arrivare a cena pronta per incamerare un bel calamaro alla brace, con pinzimonio di aceto e olio extra vergine d'oliva, sale e prezzemolo in abbondanza. Bollirò il polipo e lo taglierò a tocchetti, facendolo finire all'insalata. Vi spruzzerò sopra un limone come pioggia, perché diventi fresco e frizzantino. Spero così di rinfrancare le membra e il palato di lui, che avrà sudato sette camicie per avviare la brace. Ovviamente vedrò di nasconderne una porzione consistente per portarla domani in ufficio. Così, in qualche modo, avrò risparmiato. Che il pesce costa caro.

n.b.

E poi non dimenticare che mi hai rotto un bicchiere Ikea. Quindi devo andare a ricomprarlo. Tzé.

la vetrina

Finalmente so come abbindolarlo... come convincerlo... ad accompagnarmi all'IKEA!!!! Sto attraversando una fase spendacciona, il made in Turkey / China / Indonesia / Sweden / Vietam... va avanti grazie a me. Ed è per questo che non riesco a trattenermi. Ho un momento libero? Apro il blog. Ne ho un altro? Apro il sito Ikea. Oh-mio-dio quante cosine nuove... quelle tazze che tanto amo e che finalmente hanno prodotto in nero, e i copripiumini scontati per i possessori di Ikea Family Card, e gli asciugamani in coordinato, e quella presina in lattice scura come la notte. E lei, la vetrina.
Sono anni che giriamo nei reparti gialloblu, e puntualmente, arrivati all'esposizione di librerie e mensole, lui si ferma. Rimane immobile, davanti alla vetrina, con il dito alzato ad indicarla e gli occhi luccicanti che mi guardano. "La compriamo?". Gli ho sempre risposto di no, brutta strega che non sono altro. Ma che ce ne facciamo di una vetrina? Certo, so che lui vorrebbe metterci in bella mostra le sue macchinine, ma non mi piace. E' brutta. E sembra pure scadente. Magari la facessero colorata. Le cose cambierebbero. Non sarebbe un mamozio in mezzo alla casa, ma un oggetto d'arredamento da mimetizzare con le pareti colorate delle stanze.
Eccola là. L'hanno prodotta. Ed è rossa. Proprio come la sua stanza/officina, dove coltiva la sua passione per le quattro ruote in miniatura. E ora mi ci accompagni tesoro mio! Non hai più scuse. Ihihih.

Kebāb di pollo

Mezza baguette, una fettina di pomodoro, qualche foglia di insalata, tzatziki, cipolle e un paio di fettine (che chiamarle fettine è un complimento! Erano carta velina!) di Kebāb di pollo. Nulla a che vedere con la seconda mezza baguette: Kebāb di pollo, salsa piccante, cipolle. Certo, attorno a me si è aperto un varco. Sembravo Mosè di fronte al Mar Rosso. A lui bastò l'imposizione di una mano. A me è bastato aprire bocca che sono rimasta sola sotto il tetto della notte. Beh, mi piace questo Kebāb. Nient'altro che un panino con un po' di carne arrostita.
E non dite che sono andata in un posto pessimo, perché la proprietaria è mia amica.

lunedì 16 luglio 2007

Kebāb

Quanto mi piace quando mi chiama per dirmi che mi porta a cena fuori. Beh, a dirla tutta non è proprio esatto. Mi ha solo detto che siamo stati invitati all'inaugurazione di un locale dove si mangia il Kebāb. Finalmente saprò che sapore ha quella roba appesa al soffitto. Solo dieci minuti fa ho saputo che si tratta di carne semplicemente arrostita. Ma allora, non sarà molto più buona una Entrecôte di carne argentina alla brace? Con quel pizzico di sale e un'insalatina delicata per accompagnare la pietanza? O uno spiedino misto? O una salsiccia abbrustolita con friarielli? Proprio non capisco perché dovrebbe piacermi di più questa specie di piadina farcita di carne. Soprattutto dopo che ne ho cercato un'immagine su Google, che come al solito mi caccia roba dell'altro mondo. Ecco, cerco kebab, e mi compare questo [astenersi delicati di stomaco e di cuore].

sabato e domenica

Sono pochi i week end in cui riusciamo a rilassarci, a viverci a pieno, a non far nulla dal mattino fino a notte inoltrata. E mi reputo fortunata ad averne passato uno così, finalmente. L'unica nota stonata l'abbiamo strimpellata ieri, nel pomeriggio, quando abbiamo deciso (mmm... ho deciso) di andare a fare un salto al centro commerciale, per comprare ancora qualcosina in saldi. Mi sa che a questo punto posso fermarmi con le spese estive. Ho dato abbastanza. Mi sento quasi come fossi l'Anima del Commercio.

venerdì 13 luglio 2007

ho voglia di te

Ho voglia di tornare a casa, di togliermi le scarpe, di camminare a piedi nudi raccogliendo polvere, di rinfrescarmi con acqua gelida, di sdraiarmi sul letto, di sfogliare un libro, di socchiudere gli occhi, di ascoltare il silenzio, di spegnere i pensieri, di rannicchiarmi su un fianco, e su un altro ancora, di perdermi chissà dove tra piccoli sogni, di sentire i tuoi passi per strada, di percepire il rumore delle tue chiavi, di svegliarmi piano al suono dei tuoi passi, di sapere che sei lì che mi guardi mentre faccio finta di dormire, di sentire le tue dita tra i capelli, e la tua voce delicata che mi dice "bimba, ma che fai, stai a dormì?", di aprire piano gli occhi, e di accorgermi che finalmente sei con me.

risorgerò

Mi sento molto meglio. Il mal di testa è quasi svanito, credo di averlo passato a qualche collega. Lo sento urlare in aramaico. Si, devo averlo passato proprio a lui. Tanto meglio, perché tenermelo fino a stasera non era una prospettiva che mi allettava granché. Ora posso concentrarmi sul lavoro, dare il meglio di me su qualche foglio A4 o A3+, e nel mentre pensare a cosa cucinare stasera. Ormai sono tre giorni che mangiamo schifezze fuori porta, quindi dovrò preparare qualcosina che possa rilassare il nostro stomaco. Di leggero e sfizioso. Magari una frisa al pomodoro con qualche fogliolina di basilico.

4x4

Max mi ha invitato a compilare questo meme. Ma che significa meme? Mistero.

4 dei miei cibi preferiti:
oh dio che vuoto di memoria.

4 cibi che non mangerei mai e poi mai:
questo è più semplice... trippa, lingua, cotica, e tutte le interiora di qualsiasi animale commestibile.

3 o 4 cose che faccio quando navigo su Internet:
scarico la posta, posto sul blog, leggo i miei blog preferiti, lavoro

4 impieghi che ho svolto nella mia vita:
figlia, studentessa, fidanzata, moglie

4 films che potrei rivedere almeno altre 4 volte:
me ne vengono in mente 3... Magnolia, Frida, American Beauty

4 trasmissioni o serials TV che guardo (o meno)
in tv guardo solo la pubblicità

4 posti in cui vorrei essere in questo momento:
nel mio letto, nel mio letto, nel mio letto, nel mio letto

4 persone che mi farebbero piacere rispondendo a questo meme:
se faccio nomi poi qualcuno s'offende.

ti è piaciuta la bicicletta? e pedala!

Dire che sono distrutta non renderebbe l'idea. Dire che ho battuto la testa ieri sera, nemmeno. Ma forse aggiungere che ho bevuto del vino bianco in abbondanza, più un paio di havana&coca, e fumato una dozzina di sigarette... ecco che forse rendo l'idea dello stato in cui mi trovo. Ho la testa che mi scoppia, lo stomaco in subbuglio e un sonno pazzesco. Gli occhi mi si chiudono, quasi quasi mi perdevo la fermata del treno. Ora, oltre a bermi un paio di caffè e fare uno spuntino, c'è un'anima pia nell'etere che viene a farmi un'endovena di Aulin?

giovedì 12 luglio 2007

il primo piatto

Mi sono lasciata trasportare dall'arancio di una zucca. Su quel menu, tra i righini verdi e i fronzoli antiquati, c'era un primo che mi ha allettato:

Vulcani con zucca e cozze


Ora ditemi come si fa a mangiare una pizza quando puoi gustare una golosità del genere. Appunto.
L'unica cosa che non capivo, era cosa fossero questi "vulcani". Pasta. Volgare pasta di forma sbilenca, che giusto per onore alla città è stata chiamata vulcano. Buona però. Cara ma buona.

5 kg

Mi piacerebbe perdere qualche chiletto, quel tanto che basta a farmi entrare in quello splendido jeans che conservo con cura nell'armadio che non apro mai. Certo, sarebbe semplice, se non mangiassi troppe pizze. Ieri sera, pizza con i pokeristi. A pranzo, tra poco, pizza con i colleghi. Stasera, pizza con amici. Insomma, come diavolo faccio a dire di no ad una margherita con la mozzarella di bufala? O ad una capricciosa con carciofini e funghi? E a quel ripieno al forno... con ricotta e salame... Avessi almeno il sostegno di lui, che invece come dessert, nelle nostre cenette intime, divora anche il tavolo Ikea, ovviamente dopo aver gustato i deliziosi piatti di ceramica dipinta a mano. Sono condannata a tenermi i miei 5 kg di troppo, destinati ad aumentare in proporzione con l'avanzare dei miei anni. Dannata linea. Porca bilancia.

epilogo

Il mio karma non ha funzionato. Ho resistito fino allo stremo, fino a quando le mie fiches non si sono ridotte all'osso. Insomma, per farla breve, ho perso. Lui invece ha dato il meglio di sé. E' arrivato in ritardo di due ore a casa, con noi tutti stremati dalla fame. Mi sono travestita da giullare per gli invitati, intrattenendoli con piroette, barzellette e canzonette. Fino a quando si è degnato di raggiungerci. Peccato che il nostro stomaco che oramai avesse chiuso le saracinesche già da tempo. Abbiamo dovuto scassinarle a colpi di bazooka.

mercoledì 11 luglio 2007

texas hold'em

Dovevo aspettarmelo. Io gli regalo un set di fiches professionali e lui mi organizza le seratine alla texana. Stasera ci sarà un po' di gente a casa, quel tanto che basta per non rendere la giocata a poker noiosa e lenta. Dovrò iniziare a fare i miei soliti scongiuri, rilassarmi, bere un drink, e concentrarmi sul concetto devovincereio. Ultimamente ha funzionato. Nelle due giocate del fine settimana, con parenti e amici tutti, ho stravinto. Tranne quell'unica volta in cui mi son lasciata trasportare da mia zia, che pensavo bluffasse, e l'ho raggiunta con il mio all-in. Perso. Aveva una misera coppia. Io solo un asso, che a quanto pare non è servito a un cazzo. Ma stavolta sarà diverso. Stavolta le fiches professionali mi daranno quell'input in più per dar giù di full e scale reali. Me lo sento.
Bluffare. Bluffare. Bluffare. Bluffare fino all'evidenza. Ecco cosa farò.

il telefonino

Dannazione. Eppure ieri sera prima di mettermi a letto, mentre spegnevo il cellulare, mi sono detta "Ehi, forse dovrei impostare la sveglia". L'ho fatto? No.
Il punto è che questo cazzo di telefono non salva la sveglia. Cioè. Io la imposto perché debba suonare tutti i giorni alla stessa ora, e lui dovrebbe suonare. Invece non lo fa se non gli ricordi ogni sera che la mattina dopo NON è sabato. Stronzo che non è altro, mi ha fatto fare tardi. I miei occhi si sono aperti da soli, senza stimoli esterni, alle 8.20, orario in cui in genere esco di casa. Alle mie imprecazioni lui si è quasi spaventato. E con una vocina roca ha bisbigliato "Mmm, è tardi? E che cazzo però, stamattina dovevo alzarmi presto".
Ma scusa. In genere mi alzo sempre prima di te. In genere esco di casa che tu te ne stai beatamente tra le lenzuola. In genere la sveglia la metto per me.
Fammi capire, mi hai mica preso per la tua personalalarmclockwoman? Eh?

martedì 10 luglio 2007

cena a due

E mi ritrovo qui, sigaretta appena spenta e vino rosso da terminare. Il bicchiere arancione brilla nella semioscurità di casa, e la voglia di accendere il computer è stata troppo grande da poterla soffocare. Lui è passato di qui, prima di fare il suo giornaliero straordinario. Ha cenato con me, con la fretta che gli sprizzava da tutti i pori. Quanto a me, niente shopping. Solo una leggera deviazione nel solito percorso lavoro-casa, per vedere se un piccolo negozietto di oggettistica aveva messo i saldi. Ovviamente, no. Così sono ritornata sui miei passi, diretta verso il treno che mi avrebbe portata a casa. Ed è stato inutile sfoderare un libro dalla borsa e provare a leggere: ho incontrato un'amica che faceva il mio stesso tragitto su rotaie. Pazienza.
Sto leggendo Io uccido, di Faletti. Se devo dirla tutta non è che mi stia prendendo un granché. Non mi piace il suo modo di scrivere. Mi sembra, come dire, antiquato. E impersonale. Preferisco la scrittura cruda, tagliente, fredda, articolata, vera. Come quella di Ammaniti, di Baricco, e permettetemi, di Morozzi. Mah, me l'avevano tanto decantato il libro di Giorgio... pensare che presa dalla foga ho comprato pure il secondo, Niente di vero tranne gli occhi. Probabilmente il detto "Chi dice donna dice danno" è vero. C'è il mio portafoglio che, poverino, urla pietà. Si sentono le grida fino in cucina, ciccio di mamma.

miss sixty ai miei piedi

Eccole. Dio mio quant'erano belle, lì, su quella mensola, tra la folla. Ho incrociato il loro sguardo languido e la luce accecante che emanavano, e le ho capovolte. Erano proprio del mio numero! Niente fila per provarle, niente commessa da chiamare, niente prezzo da chiedere... era tutto lì davanti a me. E così l'ho fatto. Le ho comprate.
Quando sabato poi tornai a casa e le feci vedere a lui, l'unica cosa che disse, mentre amici e parenti tutti mi dicevano "BEEEEEELLE", fu "Mamma mia comm' so' strane" abbozzando una smorfia da film del genere ultima visione. Cavolo, un po' di savoir faire bello mio.
Che tragedia. Non riesco a mettere i titoli nei post. Ma che accidenti succede? Clicco clicco ma il cursore non lampeggia. E va bene. Ecco il mio Untitled.
Sono stata invitata a nozze dopo il lavoro, alcune colleghe mi hanno chiesto se ho voglia di fare shopping. Mi piacerebbe molto, considerando pure che lui farà più tardi di ieri stasera. Ma ho delle scarpe ai piedi che non me lo permettono. Sono chiuse, hanno quel dannato tacchettino ticchetticchettì e l'interno foderato di prosciutto, che con questo caldo ci scivolo una bellezza. Non so che fare, sono molto combattuta. La soluzione sarebbe comprare un paio di sandali appena esco da questa sauna, per poi proseguire lo shop tour in giro per la città. Certo che sta diventando una fissa la mia...

quando sorride

Niente deviazione per saldi, e niente valigie da svuotare. Ieri sera sono tornata a casa distrutta. Ho letto un po' e mi sono buttata sul letto. All'improvviso, mentre sonnecchiavo (diciamolo pure, dopo due ore di sonno), squilla il telefono. Era lui, che mi chiedeva che fine avessi fatto, e perché non avessi aperto la porta al vicino di casa. Semplice: dormivo, non l'ho sentito bussare.
In quel momento ha inizio un batticuore memorabile, che mi ha fatto terrorizzare. Stava quasi per uscirmi dalle orecchie per quanto batteva forte e velocemente. Mi sono spaventata sul serio. Mi son detta "Ecco, ora muoio". Ma come potete ben vedere sono ancora qui.
Verso le 23 abbiamo cenato, e poiché non ero ancora in forze ci siamo messi a letto. È stato lì che lui ha acceso il portatile, aperto il blog, e incominciato a ridere. Non vi dico quando ha visto la mutanda personalizzata. Stava cominciando a singhiozzare dalle risate. Ecco, quando sorride così mi fa impazzire, e quando poi mi guarda con quegli occhi a dire "sei unica" mi fa sciogliere.
Ora va meglio, il mio cuore batte come dovrebbe.

lunedì 9 luglio 2007

shopping on-line

Finalmente posso sfogare la mia creatività. Ho pensato che sarebbe stato divertente aprire un piccolo negozietto in rete, dove acquistare capi d'abbigliamento e gadgets personalizzati. Bene, ha inizio un nuovo capitolo.
Così anche tu potrai dire "Io ho la mutanda di Lei e tu nooooo" cantilenando allegramente.

come al solito

Mi ha chiamato, dicendomi che stasera farà tardi. E anche domani. E pure mercoledì. E che giovedì ha una cena. Ciò significa che dovrò organizzarmi di conseguenza, il che comporta che stasera toccherà a me (non avevo dubbi) disfare le valigie e rimettere tutto in ordine. A pensarci bene mi piacerebbe tanto deviare il percorso lavoro-casa, per dedicarmi ancora un po' ai saldi. Dopotutto sabato scorso ho comprato solo un paio di cargo, due magliettine, due vestitini, una borsa, una gonna e un paio di scarpe. Nell'armadio c'è ancora posto. Credo.

il rientro

Un viaggio stremante, durato più di 5 ore. Ma dico io, che diavolo correte a fare? Per poi farsi male in un incidente? Contenti voi... ma almeno abbiate la decenza di finire in un campo ai lati dell'autostrada, altrimenti costringete migliaia di persone a fare una coda di km e km.
Fortunatamente non ci ha beccati nessun autovelox stavolta, perché lui va piano. Certo, si si, pianissimo. Quasi quanto una piccola tartaruga di terra. Che quando si mimetizza tra le piante non la vedi nemmeno.
Beh dai... carburiamo che è meglio. Stamattina proprio non mi andava di alzarmi dal mio lettone.

sabato 7 luglio 2007

i love shopping in saldi

Adoro i saldi. Ho comprato una marea di vestiti che metterò si e no una volta, e la cosa bella è che ho speso solo 70 euro! Ho scarrozzato 3 donne in giro per negozi, sono fiera di me: non ho fatto incidenti, non ho preso multe né marciapiedi. Lui intanto era a pesca, in barca. È appena tornato a casa, felice come un bambino all'apertura del suo ovetto Kinder. Ha pescato tanti pesci... Che culo eh? Spero solo che qualcuno si degni di pulire quello che mangerà nonna. Non ho intenzione di visitare nuovamente l'ospedale. Se penso che oggi ci ho accompagnato pure zia...

venerdì 6 luglio 2007

bufera

Che fortunati che siamo. Abbiamo il vento dalla nostra parte. Nel senso che tra poco spicchiamo il volo. Con un buon aquilone già saremmo in Albania. Invece ci tocca sopportare la sabbia negli occhi, come spilli. Ho sabbia dappertutto. In ogni interstizio. Tra poco dal mio ombelico sorgerà un castello con tanto di coccodrilli di sabbia. Bella idea quella di percorrere km e km per sfuggire alla furia del vento. Meglio tornare a casa.

giovedì 5 luglio 2007

L'ospedale

Oggi niente mare. Le nuvole, il vento, le onde, non hanno voluto che sguazzassimo nell'acqua. L'unica cosa buona che abbia concluso è stata fare un pò di pratica-auto con lui, visto che non guidavo da un anno. E a quanto pare è riuscita bene, visto che ora ho accompagnato mia nonna al pronto soccorso. Già. Perché mentre gli uomini di famiglia sono in barca a pescare (e spero non prendano pesci visto che non si mangia altro) nonna ha pensato bene di provare a ingoiare una spina. Di pesce. Ovviamente. Inutile dire che non è andata giù, e che è rimasta lì ferma come un sasso in bilico su un burrone. Ora non mi resta che aspettare in auto che la medicina faccia il suo corso. Per poi provare ad uscire da questo parcheggio, ormai più stretto di quando magicamente ci sono entrata.

mercoledì 4 luglio 2007

Ping pong

Avrei voluto passare una giornata intera al mare. Invece ci ho passato un'ora, dondolata dalle onde del mare, in barca. Ma devo ammettere che è stato splendido toccare l'acqua fredda di sorgente. Un vero spettacolo. Proprio come quello a cui sto assistendo in questo momento: lui e il padre che tentano di montare un tavolo da ping pong. Le istruzioni in calce riportavano la dicitura "60 minuti di montaggio, due persone". Probabilmente il curatore del manuale intendeva due donne. Perché questi due insallanuti stanno da un'ora e mezza e avranno si e no avvitato 5 viti. Forse per agosto ce l'avranno fatta. Mica male.

martedì 3 luglio 2007

post parto

"Se dovete fare pipì ci fermiamo tra 200 km, altrimenti non la fate". Immaginate un pò quando dopo solo un'ora avevo la vescica piena. È stato un delirio questo viaggio. Alza l'aria condizionata. Abbassala. Rallenta. L'autovelox. La tangenziale ovest. No... L'est. Le patatine. L'acqua. E i moscerini. E metti il cd. E metti la radio. Cambia stazione. Alza la voce. Abbassala. Dio mio grazie al cielo siamo arrivati. Ora lui se lo sopporta il biliardino.

pre parto

Povero amore mio. Ieri sera quando sono arrivata a casa era lì, stremato, stanco, sudato, annoiato, per aver passato una giornata di ferie. Così, spinta dalla mia estrema generosità ho iniziato a fare le valigie, mentre lui si rinfrescava con una doccia tonificante. Ho scelto con cura le sue magliette, i suoi pantaloni, i costumi, le mutande, le camicie. Ammetto però che ha avuto la decenza di scegliersi i calzini e le scarpe. Mica male.

Stamattina mi sono permessa di disturbarlo mentre si sbarbava: l'ho chiamato. E ancora. E ancora. Credo di aver superato la soglia delle cinque telefonate. Altrettanto lui. Vediamo di schiarirci un po' le idee, magari potremmo partecipare al Guinnes dei Primati.

Lei
  1. per favore metti un bicchiere d'acqua nella piantina xyz?
  2. cortesemente, nel frigo, ci sono un pomodoro e una zucchina, li metti in valigia?
  3. gentilmente prenderesti la ricetta attaccata con il magnete al frigo?
  4. amore mio, c'è tanto salame in frigo, che ne diresti di portarne un po' a nonna?
  5. dolcissimo, hai comprato la mozzarella?
  6. mi raccomando tesoro, chiudi i balconi.
Lui
  1. uè sto sudando, non ce la faccio più, mi hai chiamato tu sul cellulare?
  2. oh! ma dove cavolo ce l'hai il Cif???
  3. basta, la prossima volta che vado in ferie non voglio partire.

lunedì 2 luglio 2007

ben ti sta

Ti è piaciuto poltrire a letto fino a tardi?
Ti è piaciuta la pasta al forno di mammà?
Ti è piaciuto andare a lavare la macchina oggi?
Piove. Ben ti sta, visto che non mi vieni a prendere. Tzè.

ciao forum

Ho avuto molte parentesi nella mia vita. Tra queste c'è un forum, dove ho trascorso gli ultimi due anni circa, e dove ho conosciuto alcune persone meravigliose, che oggi posso dire siano care amiche. Ora è tempo di voltare pagina, e di restare qui, a scrivere di me e di lui, della nostra storia. Perché anche se è un amore come mille altri al mondo, credo sia degno di nota, e merita di lasciare una traccia ovunque. Che sia su un muro, su un diario o su un blog.
Resto qui. Credo proprio che mi troverò bene.

ferie

A te, che sei ancora sotto le coperte...
Non so come spiegare questa sensazione, ma sapendo che oggi non lavorerai so già che mi mancherai il triplo. Ecco volevo solo dirtelo scè.

arista di maiale alla suzzy

Dopo un giorno di merda ne segue sempre un altro. Per cui eccomi qua, peggio di ieri. Non ho chiuso occhio stanotte, e sappiate che questo post l'ho scritto e riscritto e cancellato 20 volte prima di tradurlo in lingua italiana. Ad ogni modo, stamattina vi lascio una perla tratta dal ricettario della nonna. Ne è venuto fuori un piatto favoloso...

x 4/5 persone
1 kg arista di maiale
5 spicchi d'aglio
1 bicchiere olio extra vergine d'oliva
1 bicchiere di vino bianco secco
sale

Mettere in una pentola alta l'arista, gli spicchi d'aglio spaccati a metà e privati dell'anima, l'olio e il sale. Lasciar cuocere a fuoco lento, e a pentola coperta, per circa un'ora e mezza, rigirando di tanto in tanto. Una volta che l'arista si è dorata aggiungere il vino. Cuocere sempre a fuoco basso, fino a che il sughetto non si restringe un pochino perdendo l'acqua della carne in eccesso. In tutto la cottura dovrebbe durare circa 3 ore.
Lasciar raffreddare l'arista, tagliarla a fettine sottili e servire con il sughetto caldo.

Nonnina grazie mille!

domenica 1 luglio 2007

una volta al mese, circa.

Mi sono svegliata con addosso il disturbo più odiato dalle donne. Dopo otto giorni di ritardo è arrivato allegramente senza nemmeno bussare alla porta. Un ritardo ovvio, ordinario, dovuto a qualche mia piccola disfunzione. Ormai sono abituata a questa abitudine biologica. E insieme a me ci ha fatto il callo anche lui, che con pazienza e devozione sopporta il mio cronico malumore.
Oggi sto così. Nervosa, triste, senza forze, piena di dolori, con una faccia appesa che a un clown del peggiore circo al mondo gli faccio un baffo. Non so nemmeno perché sto parlando ai quattro venti del mio ciclo, di sicuro non ve ne frega un tubo, ma almeno inganno l'attesa. Lui è andato al mercato con amici a prendere un po' di pesce, per cui oggi si pranza alla grande. Mi dispiace solo di non essere dell'umore giusto per sorridere all'impepata di cozze, ma almeno ci proverò facendomi aiutare da un paio - anche tre - di bicchieri i vino bianco ghiacciato. Ora che ci penso, magari mi farà da anestetico e antinfiammatorio, e stasera finalmente sarò pronta per cucinare la mia arista di maiale con la ricetta della nonna. Non vedo l'ora.